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Le perfezioni

Le perfezioni

La luce filtra dal bovindo, per poi entrare nella sala e frangersi nei colori dell’arcobaleno. L’appartamento è arredato in modo accurato, si è pensato a riempire di significato ogni stanza attraverso oggetti di uso quotidiano lontani dal gusto comune, per lasciare intendere tra le righe che i proprietari sono orgogliosi della loro vena creativa. Fuori la facciata in stile liberty di primo Novecento si inerisce perfettamente nel paesaggio urbano della vecchia Berlino Est. Questo è il presente, il passato interessa uno spazio caratterizzato dalla confusione, dove gli oggetti di lui si sovrappongono a quelli di lei per la reciproca sopravvivenza all’interno di un luogo chiuso, in cui sono costretti a trascorre buona parte della giornata dedicandosi alla stessa professione: il web designer. Tom e Anna non si ricordano nemmeno quale è stato il momento in cui la passione per l’informatica e Internet si è trasformata in un lavoro a tempo pieno, da cui trarre guadagni significativi almeno per quanto riguarda gli standard dei loro coetanei che vivono ancora in Italia. Contro il volere delle famiglie hanno abbandonato il luogo di origine per emigrare a Berlino, interessati a godere di una dimensione di vita più importante capace di aprire le loro menti. Ma nel mestiere che svolgono sono ancora legati ai clienti italiani, ai quali offrono soluzioni grafiche innovative e accattivanti, apprese osservando il modo di lavorare dei colleghi tedeschi. Nelle lunghe giornate trascorse sullo schermo del computer gestiscono a fatica la confusione che regna nella loro casa, ma quando decidono di tornare in Italia ne approfittano per mettere l’appartamento in subaffitto e in quelle occasioni riescono a riordinarlo a dovere. Non vogliono assolutamente dare una brutta impressione del proprio stile di vita ai clienti. Nel luogo di origine vengono sempre presi dalla nostalgia, ogni piccolo particolare parla loro di un’adolescenza trascorsa tra lo studio e la scoperta di una realtà illimitata nella dimensione virtuale. Il ricordo più frequente è legato al giorno in cui hanno preso l’aereo per trasferirsi a Berlino. Rivedendoli le loro famiglie non mancano mai di dimostrare una volta di più un profondo dissenso per il coraggio che hanno rivelato, abbandonando ogni sicurezza per l’ignoto. Al ritorno in Germania la routine di vita ricomincia, ma riprendono anche le lunghe passeggiate, per comprendere fin nelle sfumature più nascoste quella realtà a cui non vorrebbero mai rinunciare...

Latronico racconta il vissuto di Anna e Tom, due giovani web designer che decidono di puntare sull’emigrazione non tanto per avere maggiori possibilità economiche, dato che una volta sistemati a Berlino continuano a lavorare per gli stessi clienti già avvicinati in Italia. I due protagonisti manifestano l’irrequietezza dei giovani che si affacciano al nuovo millennio e soffrono la mancanza di ideali da difendere e di sicurezze non solo in ambito economico, ma soprattutto culturale. Rifiutano la vita piatta delle città di provincia e i caratteri di una società che non ammette il cambiamento; ma all’estero, nella grande capitale tedesca, la loro vita riprende con una routine simile a quella del passato. Superato l’entusiasmo per tutta la bellezza e la grandezza che possono scoprire intorno loro, non resta che rimanere prigionieri del proprio appartamento e della realtà virtuale del web. Così gli oggetti che si accumulano creano una condizione difficile da gestire; dividere un ambiente ristretto non solo per il tempo libero ma anche nelle ore di lavoro è un limite a volte inaccettabile; sentire la necessità di nuove idee e non sapere sempre dove trovarle non è quanto Anna e Tom avevano sperato per il loro futuro. Latronico comunica l’insofferenza di una generazione privata di stimoli culturali e della lotta sociale, concentrandosi sugli oggetti della quotidianità e sui comportamenti alla base della routine, ma il lettore spesso finisce per sentire la mancanza di una trama che renda le vicende più interessanti e supporti una narrazione essenzialmente descrittiva. Solitamente alla base di una storia c’è sempre una condizione di pericolo o tantomeno un problema da risolvere, ma da Le perfezioni emerge solo il bisogno di ricostruire un quotidiano stanco per giustificare una generazione insoddisfatta. L’altro tema del romanzo che fornisce spunti di riflessione riguarda l’invadenza della Rete nelle nostre esistenze, è stato lo stesso Latronico a insistere su tale aspetto in un’intervista rilasciata a Benedetta Pallavidino: “Come in passato l’invenzione dell’automobile ha cambiato la vita delle persone, allo stesso modo l’avvento dei Social Media ha creato nuovi stili di vita. Volevo raccontare quest’ultimo cambiamento, dimostrare come le nostre vicende nel mondo del lavoro, le relazioni umane e quant’altro siano determinate dai nuovi strumenti di socializzazione. È una realtà che non si può disattendere, perché interessa ormai parte del vissuto comune”. Docente alla Scuola Holden di Torino, Vincenzo Latronico vive a Berlino. Ha tradotto numerose opere letterarie, con uno spiccato interesse per i classici, e con Armin Linke ha scritto il saggio Narciso nelle colonie (Quodlibet Humboldt, 2013). Per i tipi della Bompiani sono usciti i suoi tre romanzi Ginnastica e rivoluzione del 2008, La cospirazione delle colombe del 2011 e La mentalità dell’alveare del 2013.