
È arrivata l’estate, al Touquet. Si sente odore di barbecue, risate, il tintinnare del ghiaccio nei bicchieri e ogni tanto i gridolini di donne sorprese a prendere il sole seminude. Quell’estate dalla radio Cabrel canta Hors Saison e tutti cantano Cabrel. Louis ha quindici anni, la bellissima Victoire ne ha tredici: capelli dorati, occhi di smeraldo, la bocca come polpa di un frutto maturo. La madre di Louis ha da poco perso il lavoro come commessa a “Modes de Paris”, una bella boutique di Lille e dopo alcune settimane di pianti e Martini ha deciso di riprendersi la vita: in fondo è una vedova ancora giovane e con un taglio di capelli nuovo e vestiti aderenti alla sua forma sottile e al suo bel seno fa ancora la sua figura. Ha perso suo marito quando Louis aveva solo tre anni – l’uomo è morto al volante per una crisi cardiaca e la sua automobile è piombata su un’altra uccidendo tre persone – ma ha giurato di non aprire più il suo cuore a nessun altro. Pulendo la piscina dei vicini Louis ha guadagnato abbastanza soldi da comprare un motorino usato: lui e Victoire sognano, seduti sul lungo sellino in plastica rabberciato alla bell’e meglio col nastro adesivo nero, le braccia di lei avvinghiate al corpo di lui, il respiro di Victoire sulla nuca del ragazzo. Lui non vede l’ora che lei cresca, che sparisca quella grazia infantile e quel suo profumo di sapone e di fiori: vuole sentire gli stessi odori pungenti e animali che gli capita di sentire sulla scia di Pauline, la sorella più grande di Victoire…
Sullo sfondo dello scintillante Touquet, elegante località balneare e turistica della Côte d’Opale, nella regione di Calais, dove le spiagge sembrano infinite e il mare appare e scompare a seconda delle maree, seguiamo quattro storie più o meno d’amore che coinvolgono nell’estate del 1999 adolescenti, adulti e anziani: quattro stagioni della vita in un’unica stagione dell’anno. C’è un imberbe sedicenne che perde la testa per una ragazzina che sta scoprendo il grande potere conferitole dalla sua bellezza; c’è una rigida impiegata piena di rimpianti che non ha mai avuto molta fortuna con gli uomini, è stata mollata dal marito, lasciata sola con un figlio di nove anni e da lì in poi si è concessa a tutti, un po’ per rabbia un po’ per rassegnazione ma in questa estate ha deciso di ritrovare il suo primo amore adolescenziale; c’è una donna di mezza età con tre figli grandi che si sente trascurata dal marito e per le sue prime vacanze da sola ha comprato un costume nero con una scollatura audace, perché vuole sentire gli sguardi degli uomini su di sé, vuole sentirsi ancora bella e “scopabile”, vuole che le dicano frasi che dimostrino che qualcuno può tornare un animale per lei; ci sono un uomo e una donna che per il cinquantesimo anniversario di matrimonio hanno voluto visitare i luoghi dei loro primi anni insieme, quando su quella costa infuriava la guerra e si erano promessi solennemente che se fossero sopravvissuti alle bombe e alle pallottole, sarebbero morti insieme da vecchi. Grégoire Delacourt, uno tra i più apprezzati pubblicitari francesi, autore di famosissime campagne per aziende di primo piano ma anche di romanzi di grandissimo successo, racconta la nostalgia inesorabilmente legata all’amore: al ricordo dell’amore perduto o al rimpianto per l’amore che avrebbe potuto esserci. Mentre sul piatto gira un malinconico disco di Francis Cabrel, Delacourt dipana la sua prosa elegante e precisa, coì deliziosamente francese.
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