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Le relazioni pericolose 2.0

Le relazioni pericolose 2.0

1 febbraio, isabella.roaring70s@gmail.com scrive a Giacomo, lo contatta a distanza di anni dopo aver recuperato il suo indirizzo email dal web. Lo riconosce nell’immagine sui social, quel volto che le chiede “amicizia” ha qualche ruga in più ma gli occhi sono gli stessi, verdi striati di giallo, ammiccanti e invitanti. Proprio per il rapporto che li ha legati, non si limita a dargli un messaggio di conferma, ma gli scrive una email nella quale riporta ricordi condivisi, la passione erotica vissuta insieme, gli episodi salienti degli ultimi anni della sua vita. Lui le risponde il giorno dopo dall’indirizzo giacomo.depalo@gmail.com con lo stesso tono, con ricordi e aggiornamenti: si trova in un paesino sperduto tra le montagne dell’Etna per scattare foto, ma la lunga relazione con una poetessa ucraina ha completamente spento in lui l’atteggiamento da latin lover chiudendo il periodo delle grandi conquiste. Il 3 febbraio Isabella gli scrive una email breve nella quale gli lancia una sfida, scommette che entro tre giorni riuscirà a trovare una donna che sia in grado di destare di nuovo il suo interesse. A quel punto, un paio di giorni più tardi, Giacomo...

Le relazioni pericolose 2.0 di Alessandra Oddi Baglioni è una storia raccontata attraverso email e messaggi WhatsApp, quindi pagine brevi e narrazione frammentata, con pochi personaggi che nello sviluppo del racconto si ritroveranno tutti in un intreccio di relazioni improbabili. Il tentativo di riproporre una versione contemporanea de Le relazioni pericolose di Pierre Choderlos de Laclos non è molto riuscito, manca la forza dell’originale, definito all’epoca della sua prima stampa “scandaloso e immorale”, in cui si delinea in maniera significativa la società aristocratica francese superficiale del tempo, mascherata, sovrabbondante solamente di formalità e belle parole. Il testo di Oddi Baglioni è invece un insieme di frammenti di discorso, messaggi di una banalità esasperante: difficile capire se e fino a che punto l’autrice abbia fatto tutto questo con cinica intenzionalità per mettere in evidenza proprio tale banalità. Non mancano le allusioni a un politico che utilizza il web per la sua carriera (sì, quel politico), l’ambientazione è definita da descrizioni abbozzate dei monti Nebrodi, di Palermo e Roma. Inoltre le pagine che vorrebbero essere erotiche sono esposizioni di sesso scontato, i giochi relazionali tra i personaggi e gli intrecci risultano forzati, mentre le tematiche importanti che spuntano qui e là sono appena accennate e liquidate con poche battute. Le conseguenze del “revenge porn”, cioè il vendicarsi attraverso la diffusione senza consenso di video o foto intime, sono pesantissime, violente e umilianti, necessitano di tempo e molte cure per essere superate, quindi considerando tutte le complicanze relazionali che deve affrontare la protagonista, tre mesi scarsi sembrano proprio pochini.