
1864. La vita del maggiordomo Vittorio Fubini viene sconvolta dalla notizia della morte dello zio, a sua volta maggiordomo al servizio della famiglia Flores. Nel lascito testamentario, l’ultima volontà dello zio è che il nipote prenda il suo posto, così Vittorio è costretto a lasciare il ritmo frenetico della città per trasferirsi in un paese di campagna nelle Langhe piemontesi. La situazione che trova è ben diversa rispetto a quella alla quale è abituato: la servitù sembra essere disorientata, la casa è sporca e in disordine, ma, soprattutto la vita familiare dei coniugi Flores appare in continua tensione. Risoluto a portare ordine all’interno della casa all’altezza degli standard cui era abituato nel capoluogo torinese, Vittorio si scontra, però, soprattutto, con Lucilla Flores, profondamente cambiata dalla gravidanza e ossessivamente attaccata alla sua bambina, la quale, a dispetto di quanto dicono tutti, non manifesta alcun problema e fragilità; al maggiordomo sembra che tutto ciò sia semplicemente un pretesto per la signora Flores di non presenziare alle occasioni sociali e distaccarsi dal marito, il quale, tuttavia, seppur infastidito da questa inadeguatezza, in fondo non riesce a negarle proprio nulla. Una sera, prima di andare a dormire, Vittorio sente una voce provenire dal salone, nel quale, però, non trova nessuno e all’interno del quale improvvisamente viene rinchiuso…
Edito nuovamente da Neri Pozza nel 2021, Le stanze buie è il romanzo d’esordio di Francesca Diotallevi, uscito per Mursia nel 2013. Nonostante la trama possa apparire semplice, anche grazie allo stile scorrevole e il linguaggio chiaro, in realtà l’approfondimento psicologico della voce narrante, Vittorio Fubini, reso con le dense riflessioni e il suo attento sguardo al dettaglio delle situazioni, contribuisce a dare spessore alla vicenda narrativa, che sovente ammicca al gotico. Difatti, in particolare, sembra esserci un parallelismo (probabilmente non voluto) tra la grande meticolosità di Fubini - attento osservatore, sotto il profilo domestico - tipica del suo mestiere e una sensibilità vivissima in grado di cogliere gli aspetti umani della vicenda che interessa la famiglia Flores. Le descrizioni sono copiose, secondo uno stile classico ma, al di là di Fubini e dei conti Flores, i personaggi sono appena accennati, rispondendo forse all’esigenza dell’autrice di concentrare l’attenzione del lettore sulla storia che tocca la piccola Nora e il maggiordomo. Inoltre, sebbene dal formalismo iniziale con il quale si approccia al nuovo lavoro si possa intravedere alla fine un’apertura del cuore e una capacità di affezionarsi che si ipotizzavano non possibili, Vittorio rimane comunque un personaggio statico, perfettamente incastonato in una casa che a sua volta sembra essere il fermo immagine di un film che non subisce mutamenti. In eterno.