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L’enigma

L’enigma
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Alle 14,30 di venerdì 13 luglio 1973 Miss Parson, da vent’anni segretaria di John Marcus Fielding, vede salire il suo capo su un taxi, diretto ad un consiglio di amministrazione nella City. Questa è l’ultima cosa che si conosce del cinquantasettenne avvocato, ricco, felicemente sposato, padre di tre figli, una tenuta nella campagna inglese oltre all’appartamento a Londra, parlamentare conservatore esponente della destra moderata. Può un uomo così, da tutti considerato onesto e probo, devoto alla famiglia, del tutto incapace di mentire o soltanto immaginare qualcosa di illegale, può un uomo così sparire all’improvviso nel nulla? Nessuna ipotesi possibile di rapimento, nessuna crepa nel suo presente cristallino, nessuna ombra nel suo limpido passato: da dove cominciare le indagini? Quando, ben presto, alla New Scotland Yard si giunge ad uno stallo, il caso viene affidato al giovane Michael Jennings, “semplicemente una polizza assicurativa contro possibili arrabbiature da parte del ministro degli Interni”. Non ci si aspetta affatto che scopra qualcosa e, tutto sommato, non interessa nemmeno che lo faccia…

Dello scrittore e saggista John Fowles nel 1975 fu pubblicata una raccolta di cinque racconti dal titolo La torre d’ebano; ne faceva parte anche L’enigma, ripubblicato in seguito come romanzo breve. La sparizione del parlamentare è in sé evento marginale e piuttosto occasione per condurre il lettore alla convinzione che oltre alle verità apparenti o possibili c’è sempre altro. L’indagine prosegue, suggerisce, sussurra soluzioni possibili all’enigma ma l’atteso disvelamento non c’è: il mondo è sostanzialmente assurdo – questa la convinzione di colui che è considerato il padre del postmodernismo britannico –, difficile se non impossibile approdare a qualche certezza. Non è un vero giallo questo, diciamolo chiaramente, o meglio, il mistero c’è ma riguarda soprattutto ciò che agita e muove l’animo umano. Il crescendo di suspense c’è anche, fino al finale che può risultare deludente ma soltanto per chi ha puntato l’attenzione sull’enigma sbagliato. Lo stile, asciutto e decisamente british, e i dialoghi, pochi ma fulminanti, piaceranno al lettore esigente. Il racconto si arricchisce di alcune riflessioni sociologiche riferibili, nello specifico, alla Londra degli anni ’70, con punte di denuncia degli pseudovalori alto-borghesi londinesi; il finale, invece, si articola su analisi metaletterarie attraverso un originale espediente narrativo. Davvero tanta roba per un romanzo così breve. Una curiosità: Fowles è noto ai più per il suo romanzo Il collezionista da cui nel 1965 fu tratto un film diretto da William Wyler.