
Luz De La Vega è la tipica ragazza di buona famiglia della Buenos Aires degli anni Settanta. Suo padre Arturo è costantemente impegnato in viaggi di affari che non gli hanno mai permesso di instaurare un vero rapporto con sua figlia. Sua madre Adela, invece, ha un negozio nel coloratissimo quartiere de La Boca, la “Maison de parfume”, dove crea essenze fatte su misura per i propri clienti. Luz ama passare il tempo nella bottega insieme a sua madre e continuerebbe a farlo tutti i pomeriggi se non si imbattesse per caso in una riunione clandestina di Montoneros, partigiani che combattono contro il crudele dittatore Videla. Quell’incontro inaspettato la travolge sia per l’aura di cospirazione che aleggia nell’aria sia per la passione che consuma allo stesso modo tutti i giovani e gli anziani riuniti in quella cantina polverosa. Ma sarà soprattutto Juan a travolgerla, con i suoi ricci ribelli e lo sguardo magnetico, dietro cui nasconde (forse) un piano segreto. Alma Ruiz Sanchez, invece, degli uomini non vuole più saperne. Eppure, ha meno di trent’anni e tutta la vita che la Barcellona dei primi anni duemila sa offrirle. In realtà, da quando è morta sua madre Maria, la sua vita sembra essersi come fermata. Alma e sua madre non hanno mai avuto un rapporto idilliaco, anzi, hanno finito per scontrarsi molto spesso. Forse è questa tensione mai risolta che ora, dopo la sua morte, le impedisce di leggere le poche lettere che sua madre le ha lasciato. Solo delle vecchie analisi, scoperte per caso tra un turno in ospedale e l’altro, sapranno rivelarle parte della verità sul suo passato...
Pur intrecciandosi continuamente all’interno del romanzo, le storie di queste quattro donne riescono a mantenere ognuna la propria autonomia stilistica e narrativa. Anna Chiara Cuozzo, autrice emergente appena ventiduenne, riesce a passare con disinvoltura dalla colorata capitale argentina di Luz alla frenetica Barcellona di Alma senza far perdere la coerenza di ognuno dei quattro filoni narrativi. L’utilizzo della prima persona, in particolare, risulta essere la scelta più felice per poter permettere a tutte le protagoniste di coinvolgere il lettore: le quattro donne non si risparmiano nel descrivere le difficoltà che la vita ha loro riservato, pur senza aver dato loro gli strumenti necessari per farvi fronte. La loro peculiarità è quella di essere persone normali, con l’incoerenza, la tenacia, i timori e la vitalità che tutti prima o poi provano almeno una volta nella vita. E sembra quindi naturale, complici anche le minuziose descrizioni che sono disseminate in queste pagine, immaginare di conoscerle davvero queste donne, di fare un pezzo della strada della vita insieme con loro e di far parte di questo romanzo corale, ambientato in realtà dall’altra parte del mondo. E l’aver fatto ricorso a vicende reali, soprattutto nel riportare la difficile convivenza con un regime totalitario, dimostra il giusto equilibrio che l’autrice riesce a trovare tra i tanti intrecci che suggerisce la vita vera e quelli che si costruiscono solo con la propria fantasia. Sarà difficile, quindi, staccarsi dalle ultime pagine di questo romanzo, e forse si rivelerà possibile farlo esclusivamente per comprare al più presto i biglietti per il primo volo verso Buenos Aires. Una volta lì, inizierà la nostra personale ricerca, al pari di Luz e di Alma, per trovare la nostra essenza più vera.