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L’estate sospesa

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Nella penombra del corridoio, Niccolò continua a sudare. Non riesce più a distinguere se per il caldo torrido che da giorni non lascia scampo, o se per l’agitazione che prova per quello che sta per compiere. Ha composto il numero di telefono dal vecchio apparecchio presente in casa di zia Teresa e zio Natale: si è intrufolato in casa con una scusa, approfittando della sonnolenza pomeridiana, e con un po’ di impaccio ha composto quella sequenza di numeri stampata su carta di giornale. Quel pezzo di carta ormai è diventato illeggibile a causa del sudore delle sue mani, mentre il telefono continua a squillare a vuoto: dieci, venti, trenta squilli ma dall’altro capo della cornetta sembra che nessuno voglia parlare. È stato Angelo - Angelone per gli amici - a dargli quel numero, chiedendogli un ultimo favore prima che il tumore prendesse il sopravvento e non gli lasciasse più alcuna via d’uscita. Erano decenni che non si vedevano, ma chissà come mai quell’estate gli ha chiesto un incontro, in onore dei tempi della scuola, di quando erano amici e trascorrevano ogni pomeriggio insieme. “Altri due squilli e poi attacco” pensa Niccolò, mentre dalla stanza in fondo al corridoio si iniziano a sentire i primi rumori che preannunciano il risveglio dei legittimi proprietari del telefono. Una dura voce femminile interrompe il suo flusso di pensieri “Chiama per l’officina o per il lavoro?”…

È una calda estate pugliese, di quelle durante le quali la luce è accecante e il frinire delle cicale assordante, lo scenario nel quale si muove Niccolò Regina, protagonista del romanzo L’estate sospesa. Studente fuori sede, torna nella sua città natale in provincia di Taranto come ogni estate: un copione ormai consolidato nel corso degli anni, se non fosse che questa volta riceve un invito da Angelo, vecchio amico e compagno di scuola. Da qui, prende avvio la narrazione di questo romanzo che si può definire un noir, soprattutto in relazione all’analisi che lo stesso Niccolò opera su sé stesso e sulle scelte che è chiamato a prendere. I dubbi e le incertezze vengono analizzati da Niccolò con cura, con una scrittura in grado di passare dal presente al passato senza affanno, mantenendo una narrazione fluida. Tante le domande centrali che Niccolò si pone – quanto è giusto spingersi oltre per amicizia, quanto sia giustificabile una azione anche se fatta a fin di bene – lasciando allo stesso lettore e alla sua coscienza il ruolo cruciale di rispondere, o almeno provare a fornire una risposta. Molto curate le descrizioni dei luoghi: Taranto, Gravina Nuova (nella quale si riconosce forse la città di Massafra?), i luoghi investiti dalla calura durante i mesi estivi in Puglia suscitano un senso di appartenenza in chi quei posti li vive e li frequenta giornalmente, mantenendo quell’atmosfera di sospensione tipico di questi luoghi durante l’estate. Nel 2021, L’estate sospesa è stato segnalato alla 24^ edizione del Premio Italo Calvino dedicato agli esordienti.