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Lettere

Lettere

Ci sono lettere e lettere. Ci sono lettere in cui si parla esclusivamente del privato, più o meno interessante, e ci sono quelle in cui la stessa dimensione privata si incrocia con quella pubblica. Se poi le lettere coprono, come in questo caso, un arco cronologico amplissimo, esteso tra il 1941 e il 1997, allora è facile imbattersi in una sorta di ricostruzione storica parallela. Alternativa a quella ufficiale. Ne scaturisce un poderoso affresco nel quale sfilano importanti personaggi della cultura e della politica: da Kerouac ad Eisenhower, solo per citarne alcuni. E le vicende rievocate con passione in questi documenti rappresentano gli snodi salienti della storia novecentesca. Si parte dagli eventi bellici, quando il giovanissimo studente universitario comincia ad inviare regolarmente le sue lettere ai principali giornali per caldeggiare una posizione interventista. Perché il mostro nazista, vi si sostiene, deve essere combattuto per ciò che è prima che per ciò che fa. Seguono le vicende tumultuose del secondo dopoguerra, in particolare la guerra del Vietnam, il confronto quasi armato con l’Unione Sovietica, la caduta del muro, le nuove inquietudini della modernità...

Allen Ginsberg ha stilato circa 3.700 lettere. Quelle più rilevanti per le loro implicazioni politiche e culturali sono raccolte in questo ponderoso volume curato da Bill Morgan, sodale e amico dell’autore, nell’edizione in lingua inglese. La selezione all’interno del vasto epistolario è quindi condotta seguendo una strategia ben precisa. Così il lettore può seguire la frenetica attività di Ginsberg, politicamente impegnato, sempre pronto a fare sentire la sua voce di intellettuale indipendente, e spesso controcorrente. Colpisce in particolare l’acume con cui, ancora giovanissimo, il futuro leader della cosiddetta Beat Generation si propone come lucido interprete delle vicende storiche contemporanee. Queste lettere rappresentano quindi una sorta di viaggio nel tempo: nel cuore del tormentato Novecento. E si tratta di documenti intrisi di forti passioni, di incontri sorprendenti, come quello con il futuro Buddha, di clamorose provocazioni, come quella rappresentata dalla pubblicazione di alcune foto che ritraevano Ginsberg nudo. Comunque, lettere mai banali, interessanti, scritte con stile brioso ed incisivo.