Letizia scappa, scompare. Lo fa come lo fanno gli animali domestici ogni tanto: vivono al sicuro nei loro spazi fatti di orari fissi, certezze affettive e mura perimetrali quando una porta lasciata aperta per sbaglio sembra l’occasione che attendevano da sempre per fuggire. Ciò da cui Letizia scappa ha le fattezze del suo attuale compagno, Marco. Ciò a cui Letizia sta tornando, quelle informi di Edi Sereni: tipico intellettuale dolente milanese, decide vita e morte dei partecipanti ai premi letterari, mangia solo kiwi, cinismo e minestrine liofilizzate che compra in Svizzera, probabilmente è impotente ma ciò non gli impedisce di avere multiple relazioni con donne, se possibile giovani. Letizia è una di queste. Edi Sereni, un manipolatore neanche troppo raffinato. Ne sa qualcosa sua figlia Chiara: un’infanzia da dislessica incompresa e un presente riempito da attacchi di panico che riesce a superare solo grazie alla compagnia dei suoi cani, in una villa rifugio in cui irrompe una mattina la Guardia di Finanza, sequestrandole i suoi amati animali. È a partire da questo presente che la narrazione in prima persone dell’autrice compie un balzo e arriva dalle parti della sua infanzia, per poi, in un ampio girotondo popolato da quattro storie diverse, riportarci al presente…