È possibile che la cultura e la storia del pensiero riescano a costituire una terapia capace di curare i mali del nostro tempo. Che perfino da un’esistenza eccentrica come quella di Marcel Proust e da una monumentale opera letteraria qual è la Recherche sia possibile trarre spunti di riflessione e insegnamenti in grado di cambiare la nostra vita. Ed è così che un romanziere sofferente e solitario, cagionevole di salute e del tutto estraneo al gioco sociale, famoso non certo perché avesse una predilezione per il bridge o lo sport all’area aperta, un uomo che non si toglie il soprabito neppure a tavola e che trascorre quattordici anni a letto a scrivere un romanzo di straordinaria lunghezza senza neppure una comoda lampada da comodino nasconde tra le pieghe della vita e tra le pagine della sua opera imprevedibili spunti preziosi per quanti siano interessati a migliorare la propria condizione di vita. Di primo acchito sembrerebbe uno scherzo. Ma se vi lascerete prendere per mano dallo humour britannico e dalla profonda sensibilità dell’autore vi troverete più di una ragione per ricredervi…