Erano i tempi in cui la sera giravo per le vie intorno a Nybroplan con un agnello in braccio. Quando si alzava il sipario doveva entrare e uscire sul palco a più riprese, starsene zitto e cercare di non insudiciare le quinte, il tutto con la scrupolosa precisione che contraddistingue ogni cambio di scena. Nel buio più totale. Tutto era cominciato da quando una confusa miscela di ambizione e caso mi aveva procurato un lavoro al “Kungliga Dramatiska Teatern”, il Teatro Reale, dove da qualche anno facevo il trovarobe, cioè mi occupavo del materiale scenico - spesso piuttosto stravagante - dei vari spettacoli. Toccava quindi a me andare a prendere lo sventurato agnello, prima di ogni rappresentazione, alle Scuderie reali. Lo portavo in braccio. Dovevamo essere molto teneri da vedere così insieme, in quelle sere primaverili. Ci si può domandare in generale cosa ci facesse un giovane entomologo in un teatro. In effetti è una questione imbarazzante che ritengo non sia ancora il momento di approfondire. E del resto è una storia vecchia. Supponiamo che volesse semplicemente far colpo sulle ragazze. Cosa che per gli entomologi non rientra nel pacchetto…