Si sente tanto parlare di progresso tecnologico, evoluzione economica, crescita demografica…ma siamo così sicuri che il nostro universo stia procedendo così tanto in avanti? Con la caduta del muro di Berlino e dei regimi sovietici i geografi sono stati costretti a rispolverare cartine vecchie quasi un secolo in cui fossero riportati Serbia, Montenegro, stati baltici, eccetera: quando si dice i corsi e ricorsi della storia. Dopo cinquant’anni di Guerra Fredda siamo ritornati alle cosiddette guerre calde o combattute - contro l’Afghanistan e l’Iraq - paventando uno scontro globale tra Islam e Cristianità: se le crociate finora erano solo il pallido ricordo di libri scolastici, eccole tornare alla ribalta della cronaca, come vivessimo in un Medioevo rivisitato. E che cosa si può pensare se, in un Paese dove l’antifascismo e la Resistenza dovrebbero essere almeno almeno le basi culturali fondamentali di una democrazia responsabile siamo costretti a rivedere saluti romani da parte di giovani calciatori, slogan razzisti, guerrafondai, antisemiti quando espressioni come cultura superiore e inferiore dovrebbero essere riportate solo dai libri per ricordarci le stragi di dittatori pazzi e, dulcis in fundo, molti degli stessi fascisti, sotto forma di nuova destra o di altre strampalate mascherate, sono nuovamente in posizioni di potere? Gli anni di piombo, di cui film e documentari raccontano le vicissitudini, non sembrano più così lontani da quando il terrorismo, di varia matrice, si è ripresentato seminando paura. E che dire poi delle mai arginate ingerenze del Vaticano nelle decisioni dello Stato italiano, che, dai e dai, nonostante si ostini a proclamarsi laico, non si smuove nel promulgare finalmente una legge che legittimi le coppie di fatto neanche con sinistra, o presunta tale, al governo?
Evidentemente la Storia si sta riavvoltolando su sé stessa, procedendo a passo di gambero piuttosto che marciare in avanti; così ci dimostra Umberto Eco in questi articoli, tutti pubblicati tra il 2000 e il 2005 perlopiù su Repubblica e L’Espresso. Un’analisi agghiacciante ma quanto mai realistica che fotografa la situazione mondiale di un quinquennio cruciale della nostra storia, in cui l’undici settembre, le nuove guerre degli Usa e in Italia, l’avvento di Silvio Berlusconi, preconizzavano un avvenire di passo retrogrado; unico elemento di novità è l’instaurazione, nel nostro paese, di un regime basato “sul populismo mediatico”, in cui chi è al potere controlla gran parte dei mezzi di comunicazione nazionali- e sul resto esercita un’influenza spaventosa. Se questa è la cosiddetta “evoluzione” Darwin si metterebbe le mani nei capelli...