Cos’è la malattia? Cosa intendiamo quando parliamo di salute? Niente di più facile e niente di più difficile che rispondere a due quesiti apparentemente scontati ma che in verità fanno riferimento a una visione del mondo storicamente determinata, alle tappe evolutive del pensiero umano, da cui derivano la storia del pensiero medico e delle acquisizioni scientifiche. È possibile spiegare razionalmente perché esista la malattia, quale sia la sua origine e il suo significato? In che modo la storia evolutiva e culturale ha condizionato le malattie dell’uomo? L’origine delle strategie di concettualizzazione della malattia coincide con l’origine del pensiero umano: da una concezione magico religiosa - rintracciabile ancora nel ricorso a maghi e guaritori – la malattia è stata definita prima attraverso un approccio naturalistico, volto a indagare mediante il ragionamento le cause naturali e, successivamente, all’interno di una cornice socio culturale. Ma come si è arrivati a definire le malattie come le riconosciamo oggi; quali strategie cognitive hanno condotto all’organizzazione delle conoscenze, alla codifica di segni e sintomi specifici delle diverse patologie e alla messa a punto di strumenti in grado di misurare, confrontare e standardizzare valori, utili nel processo diagnostico e prognostico? E infine, il declino delle malattie infettive è tutto ascrivibile ai progressi in ambito biomedico?