La biografia su Onuki Keigaku sta impegnando il giornalista più di quanto avesse previsto. Sono già trascorsi dieci anni da quando ha accettato l’incarico e più il tempo passa più l’interesse per il grande pittore diminuisce, in favore di quello per il falsario che ne ha copiato i quadri. La vita di Hara Hosen - amico di Keigaku e poi suo imitatore -, prende una deriva amara che non può che condurlo a un epilogo inevitabile…Si racconta che in tempi lontani i vecchi venivano abbandonati sul monte Obasuté-yama, una leggenda che si perde nelle nebbie del tempo, eppure continua a ossessionare un bambino accompagnandolo all’età adulta, quando ormai sua madre alla soglia dei settant’anni è pronta anche lei a lasciarsi andare…Quella notte di plenilunio dell’autunno 1950 segna per Kagebayashi Miyuki una svolta nella sua vita. Seduto fianco a fianco ai pezzi grossi della ditta in cui lavora, circondato da geishe pronte a intrattenerli con chiacchiere e danze, sta per ricevere una promozione: è lui il nuovo presidente…
Da narratore raffinato quale ha dimostrato di essere fin dai primi romanzi del secondo dopoguerra (Il fucile da caccia, La montagna Hira), Inoue ordisce tre racconti: Vita di un falsario, Obasuté e Plenilunio (pubblicati nel 1951), tutti imperniati sul tema della sconfitta umana, del tramonto delle illusioni e del buio profondo che ne consegue. Senza eccessi, la sua prosa schiva rifugge clamori e colpi di scena, preferendo un tono pacato che lasci parlare i gesti, i paesaggi e gli sguardi. Indulgente con gli sconfitti e compassionevole con i vecchi, Inoue racconta tre viaggi nell’universo interiore dell’essere umano, che molti avranno voglia di esplorare guidati dalla sua sensibilità.