
Diocle di Salona è un nome che sulle prime non dice nulla ai più: Diocleziano invece sì. Prima di diventare l’imperatore di Roma, Diocle cresce nell’epoca dei grandi imperatori militari della seconda metà del terzo secolo, epoca in cui l’anarchia degli anni bui stava volgendo al termine. Successivamente il suo cursus honorum comincia ad assumere grande rilevanza, tanto che riesce ad impossessarsi del potere assoluto dell’Urbe. Roma è oramai corrotta fino al midollo e nonostante la vastità territoriale dei suoi domini il crollo demografico è spaventoso. Gli sforzi dell’imperatore in questo senso sono quelli di un grande riformatore, in cui Diocleziano si assume le responsabilità del grande statista con l’introduzione di norme volte a tamponare l’emorragia interna di un corpo statale oramai in fase terminale. Nel periodo del suo regno inoltre un altro “pericolo incombente” mina l’autorità dell’imperatore: il diffondersi del Cristianesimo. Diocleziano, dilaniato dai dubbi e incalzato da consiglieri senza scrupoli, opterà per la persecuzione, proprio per non permettere ulteriori indebolimenti alle fondamenta dell’impero. Le delusioni di questa scelta però saranno cocenti per l’imperatore “illuminato”, a tal punto da portarlo, per la prima volta nella storia di Roma, all’abdicazione dal potere per ritirarsi. Tale accadimento eccezionale porterà a numerose guerre intestine in cui prevarrà alla fine Costantino…
Giulio Castelli è un narratore, saggista e giornalista, nonché grande studioso e conoscitore di storia medievale. Sempre per Newton & Compton ha già pubblicato diversi romanzi dedicati all’Impero Romano, come Il diario segreto di Marco Aurelio o la saga in tre capitoli dedicata a Giulio Valerio Maggioriano. In quelli come in questo L’imperatore guerriero la rigorosa ricerca storiografia unita alla libertà di fiction conquista e fa rimanere incollati fino all’ultima pagina, nonostante si tratti di vicende storiche abbastanza conosciute anche dal grande pubblico. La struttura narrativa del libro ricorda addirittura Memorie di Adriano di Margherite Yourcenar, con l’imperatore che parla in prima persona e quindi ci mostra un lato molto intimo, il volto umano del guerriero e dello statista. Molteplici i riferimenti alla realtà attuale, soprattutto nella seconda parte del romanzo, dedicata interamente alle riforme. Molto interessante anche la terza parte del romanzo, nella quale si esplora la spiritualità di Diocleziano e dove, per stessa ammissione dell’autore, viene rappresentata in maniera plastica l’eterna lotta tra tolleranza e fanatismo, razionalità e irrazionale.
Giulio Castelli è un narratore, saggista e giornalista, nonché grande studioso e conoscitore di storia medievale. Sempre per Newton & Compton ha già pubblicato diversi romanzi dedicati all’Impero Romano, come Il diario segreto di Marco Aurelio o la saga in tre capitoli dedicata a Giulio Valerio Maggioriano. In quelli come in questo L’imperatore guerriero la rigorosa ricerca storiografia unita alla libertà di fiction conquista e fa rimanere incollati fino all’ultima pagina, nonostante si tratti di vicende storiche abbastanza conosciute anche dal grande pubblico. La struttura narrativa del libro ricorda addirittura Memorie di Adriano di Margherite Yourcenar, con l’imperatore che parla in prima persona e quindi ci mostra un lato molto intimo, il volto umano del guerriero e dello statista. Molteplici i riferimenti alla realtà attuale, soprattutto nella seconda parte del romanzo, dedicata interamente alle riforme. Molto interessante anche la terza parte del romanzo, nella quale si esplora la spiritualità di Diocleziano e dove, per stessa ammissione dell’autore, viene rappresentata in maniera plastica l’eterna lotta tra tolleranza e fanatismo, razionalità e irrazionale.