
Dicembre, 184 dopo Cristo. Un uomo dalla barba folta e lunga è disteso su una pira funebre. È il re dei Bructeri e cinquecento tra i suoi migliori guerrieri, provenienti da varie tribù del territorio, stanno invocando il nome del dio Wodanaz affinché il loro re sia accolto con tutti gli onori nell’aldilà. L’occasione serve anche a Gernot, fratello del re morto, per incoronare suo nipote Amalric come nuovo re dei Bructeri. A conclusione della cerimonia viene offerto in sacrificio al dio Wodanaz un prigioniero romano, a cui il nuovo re Amalric sferra il primo fendente. L’Impero è costantemente in subbuglio, soprattutto sul fronte germanico. Il tribuno Marco Tribulo Corvo ha appena fatto rientro nell’Urbe assieme al suo generale Rutilio Scauro e alla sua Cohors Tungrorum, dopo essersi coperto di gloria nella spedizione contro i Parti in Asia Minore. Il nuovo imperatore Commodo però ha in odio il tribuno, tanto da avere già violentato sua moglie Felicia che successivamente è morta di parto. Tramite il suo ciambellano Cleandro affida quindi alla Cohors una missione suicida: attraversare il fiume Reno, addentrarsi nei territori germanici meridionali e catturare la temuta sacerdotessa Gerhild, che sta sobillando le popolazioni contro la dominazione di Roma…
L’altare di Roma è il nono capitolo della saga Impero firmata dal riconosciuto maestro dei romanzi storici a sfondo militare ambientati nell’antica Roma, il britannico Anthony Riches. Questo è però forse il peggiore libro della serie, dati i risvolti magici e quasi fantasy che l’autore ha deciso di imprimere sulla narrazione. Anche gli intrighi di palazzo e la sfida a distanza fra Commodo e Marco sono poco realistici. Nella prima metà del libro il racconto è coeso e avvincente e la veridicità storica è impeccabile come sempre. Dalla comparsa della veggente germanica però il tutto prende una piega soprannaturale un po’ forzata che male si sposa con il rigore e la precisione di Riches. Una parentesi da dimenticare insomma, auspicando un rapido rientro in carreggiata da parte dell’autore, adottando nuovamente quei canoni a cui ci ha abituato negli otto romanzi precedenti.