
Quando il generale cartaginese chiede al romano di rimanere soli, i legionari portano subito le mani alle else delle spade. Quel 18 ottobre del 202 a.C., nei pressi di Zama, si incontrano due dei più grandi condottieri mai esistiti: più grandi di Pirro, con l’ambizione di eguagliare Alessandro. Nei pressi di Zama, la terra arida del deserto lascia spazio ad una piccola oasi, che si trova proprio a metà tra i due accampamenti. Qui si incontrano Annibale e Scipione, entrambi imbattuti e nemici giurati, che hanno aspettato per tutta la vita la battaglia che combatteranno l’indomani. Di fronte allo stupore di interpreti e soldati, iniziano a parlare tra di loro in greco: possono parlare apertamente, poiché quantunque avversari per destino, l’uno sa la grandezza dell’altro. Se fossero vissuti in tempi diversi, avrebbero potuto ammirarsi come ora entrambi ammirano Alessandro il Grande. Ma sanno che, se fossero vissuti in tempi diversi, l’uno avrebbe senza esitazione né difficoltà distrutto la città dell’altro. Più di trent’anni prima, da qualche parte dell’Ispanya, Annibale dimostra di essere il degno figlio di Amilcare grazie alle sue abilità nel combattimento. Ma non basta: serve un taglio sulla mano e serve il fuoco che bruci la ferita. Serve il giuramento solenne di fermare col ferro e col fuoco il destino di Roma...
Spesso i fatti storici rimangono nella memoria come sequenza noiosa di nomi e date; nei romanzi, può succedere che questi nomi e queste date prendano vita. Matteo Gravina è un giovane scrittore appassionato di storia antica e membro di varie associazioni culturali. In questo romanzo riesce a dipingere fin nei dettagli e con grande competenza un periodo storico affascinante e lontano. Le storie di Annibale e di Scipione l’Africano sono tracciate in parallelo, in un lungo flashback che ripercorre le loro vite alla luce di quell’incontro a Zama a cui erano destinati, a partire dall’età in cui ancora ragazzi sono iniziati in famiglia a un futuro di grandi condottieri. La cronaca è arricchita da una varietà di personaggi, schiavi, amanti e amici, come anche da passioni ed emozioni necessariamente inventate ma perfettamente calzanti rispetto alle figure storiche di cui si tratta. Intrighi e macchinazioni politiche intrecciano le due vite parallele, in una narrazione ben riuscita con una prosa accattivante. Molto apprezzabile è che l’autore riesca a rendere bene l’idea dell’epoca, entrando fin nei dettagli degli usi e dei costumi, degli oggetti, delle strategie di guerra e della politica, senza peraltro risultare pedante. Gravina ci regala un romanzo riuscito, in cui i piccoli dettagli di una storia d’amore sono tessuti insieme e in equilibrio con i grandi svolgimenti dei destini storici di Roma e di Cartagine.