Samuel e Nina guardano svogliatamente la tv nel piccolo e malandato appartamento in cui convivono, quando la loro attenzione viene improvvisamente attirata da un servizio della CNN. Sullo schermo appare Samir – vecchio amico dei tempi dell’università ‒ con indosso un vestito da centinaia di dollari, trasformato, irriconoscibile, il volto “coperto da uno strato di fondotinta beige, lo sguardo rivolto alla telecamera con l’incredibile abilità dell’attore” e le sopracciglia scure curate e depilate con la ceretta. Non può essere lui ‒ pensano sbigottiti ‒ eppure in sovraimpressione scorre il nome dell’amico (americanizzato in Sam) e più sotto la qualifica: avvocato. La curiosità è incontenibile e i due si precipitano a cercare online informazioni sulla carriera e sulla vita dell’uomo che non vedono ormai da vent’anni. Ed è così che scoprono, non senza stupore, che Samir si è costruito ad arte un’identità che non è la sua; ha taciuto le sue origini musulmane ed ha “rubato” la vita dell’amico Samuel raccontando a tutti che i suoi genitori sono morti in un incidente stradale e, non da ultimo, spacciandosi per ebreo...
