Salta al contenuto principale

L’invenzione di noi due

L’invenzione di noi due

Milo inizia a scrivere alla moglie quando ormai lei ha smesso di amarlo. Ha 47 anni, fa il cuoco e ama follemente Nadia ma, si sa, a volte l’amore non basta e anche una storia nata sotto i migliori auspici può naufragare. Milo e Nadia sembrano essere da sempre destinati l’uno all’altra: si sono conosciuti tanti anni fa ad un banco all’ultimo anno di liceo ma si sono rincontrati solo 13 anni dopo ad una festa. Da lì solo passione, convivenza e matrimonio in meno di un anno. Eppure, sono profondamente diversi: Milo è concreto e pragmatico, Nadia ha una personalità strabordante, è anticonformista, ama scrivere e quando si è sposata aveva già pubblicato due romanzi. Ma quando la sua vena artistica si esaurisce e Nadia entra in crisi, tutto si ripercuote sulla vita dei coniugi, che tentano invano di salvare il matrimonio ricorrendo anche alla terapia di coppia. Un giorno, complice un casuale ritorno nella vecchia scuola, Milo ha un’intuizione: non tutto è ancora perduto, resta ancora una strada da tentare e così prova a recuperare il rapporto con Nadia tornando a scriverle, così come quando si erano conosciuti. Si finge un altro uomo, Antonio, che, nel tentativo di scrivere una mail alla donna amata dal quale si è appena separato, ha sbagliato destinatario. Nadia risponde al misterioso Antonio e tra i due inizia una fitta corrispondenza virtuale, che li porta sempre più vicini al punto in cui Nadia si lascia andare mostrando fragilità e crepe di un matrimonio che le sta stretto. Milo-Antonio non può far altro che portare avanti il suo piano…

Passione, delusione, paura di non essere all’altezza, amore sono solo alcuni degli ingredienti che Matteo Bussola, scrittore e conduttore radiofonico, unisce in questo romanzo raccontando la storia di un uomo e una donna che si amano e si perdono. Amarsi ogni giorno, con l’intensità del primo, senza permettere che la quotidianità e la vita, con smagliature ed errori, si insinuino a creare rotture in una coppia è forse l’atto più rivoluzionario di tutti i tempi. Forse perché quando gli anni passano si è costretti a fare i conti con le illusioni della gioventù, con i sogni mai realizzati ed i progetti falliti. L’esigenza di Milo di mantenere integro il suo matrimonio nasce dalla paura di ammettere che si cambia, che si sbaglia e che il tempo trasforma. È la paura di lasciare spazio alla realtà, che è inevitabile e ineludibile. Il segreto allora non sta nel mantenere intatto un legame, ma nel saperlo ricomporre ogni volta che qualche pezzo cade, come la famosa pratica giapponese del kintsugi, che consiste nel riparare con oro o argento liquido gli oggetti di ceramica. Il bello sta nell’imperfezione dell’insieme, nel coraggio di ammettersi imperfetti. Bussola racconta la difficoltà di offrirci completamente ad un altro, permettendo a quell’altro di guardarci davvero, di non nasconderci neppure negli aspetti più deboli o infelici del nostro essere. Racconta anche la fatica di accettare la crisi, la paura di guardare tra le macerie di un amore per scoprire cosa si è salvato e cosa è andato perso per sempre. Ma il romanzo è anche un inno al coraggio di tornare sui propri passi, di lasciarsi ancora stupire, di mettersi in discussione.