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Lo stagno di fuoco

Arriva il Giorno del Giudizio. Gli uomini sono chiamati davanti a Dio per essere assegnati al proprio destino eterno. I puri salgono in Paradiso. La maggior parte precipita all’Inferno. Sulla Terra, sparse e sperdute, rimangono poche centinaia di persone. Tra queste Joseph Gould e Sara Ferraris. Lui è americano, uno scrittore diventato celebre negli Anni ‘30. Lei, una giovane insegnante torinese. I pochi sopravvissuti vengono riuniti da tre angeli nella Sacra di San Michele. Per quale motivo quegli uomini e quelle creature celesti non sono accanto al Signore? E cosa succederà alla Terra ora che i passaggi verso l’Inferno sono aperti? Per capirlo angeli e uomini dovranno scendere proprio all’Inferno. A fare da guida in questo viaggio sarà Giuda, il Traditore, riuscito a riemergere in superficie e ora costretto a ridiscendere nell’abisso. In un crescendo che lega la fantasia alla realtà, una corsa contro il tempo verso il fondo dell’Abisso...

Se i giovani scrittori esordienti iniziano a sfornare romanzi così, è il segno inequivocabile che in Italia qualcosa sta cambiando. Ambizioso, complesso, lungo, sorprendente, raffinato, impervio, popolare: Lo stagno di fuoco è tutto questo e anche di più. Una storia memorabile sin dall’incipit: Dio abbandona al loro destino né di dannazione eterna né di beatitudine qualche centinaio di uomini, due angeli e l’arcangelo Michele. Il pianeta intanto sta collassando su se stesso, scosso da violentissimi terremoti, e le Porte dell’Inferno (anzi, degli innumerevoli Inferni che coesistono su piani diversi dell’esistenza, in una estasi quantica di violenza e tortura senza fine) si spalancano, rischiando di vomitare sulla superficie demoni e dannati. L’unica speranza di ricongiungersi a Dio sembra essere, per il manipolo di sopravvissuti, affrontare un terribile viaggio nell’Abisso per salvare alcune anime finite all’Inferno per un errore di valutazione proprio del trio degli angeli. Infido Virgilio dei nostri male assortiti eroi un Giuda dal volto impenetrabile, dalla mente sconvolta e dal corpo coperto da cicatrici dopo migliaia di anni passati nella bocca di Satana. La narrazione procede su numerosi piani paralleli, spesso ripercorrendo le identiche vicende vissute da diversi punti di vista: il racconto di un carismatico oste ad un giovane viandante in un lontano futuro, i capitoli de La Storia Infernale di Joe Gould, il flusso di pensieri magmatico e spiazzante di Giuda, tra gli altri. Questo procedere sghembo e avvolgente, irto di ripartenze, arricchisce la trama rendendola un’esperienza sensoriale indimenticabile, ma a tratti anche un po’ faticosa. Qualche sforbiciatina avrebbe forse giovato, ma si tratta di peccati veniali, venialissimi tenendo conto che siamo di fronte ad uno scrittore esordiente. Fantasy, epico, con venature horror o catastrofiste o addirittura di commedia nera? Questo è semplicemente un romanzo a momenti esaltante e comunque mai al di sotto della sufficienza, anche nei rari momenti di stanca (le schermaglie amorose tra Joe e Sara, ad esempio, giocate su un giovanilismo troppo fuori registro su uno sfondo simile, o i dialoghi nella locanda, a volte ‘sorvolabili’). Memorabile il rapporto Giuda-Satana, che tocca vette da grande letteratura, o la figura del Messia nero che guida miliardi di dannati alla conquista dell’Inferno (accidenti che voglia di svelare la sua identità, ma sarebbe un colpo basso più che un semplice spoiler). Bellissime le illustrazioni di Mattia Ottolini che impreziosiscono il libro, meno efficace la grafica della copertina: evitare pacchianerie e scegliere un profilo basso con reminescenze tolkieniane d’accordo, ma risultare così poco visibili è un peccato. Applausi, comunque.