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L’opera italiana: lingua e linguaggio

L’opera italiana: lingua e linguaggio

Articolato in quattro sezioni tematiche dai titoli "Quadro teorico, storico e linguistico”, “Parola Musica Scena: multimedialità e multimodalità del teatro operistico”, “L’italiano dell’opera” e “Due o tre casi esemplari”, il testo si presenta al lettore come una carta di navigazione contenente coordinate di semplice consultazione che consentano di compiere un viaggio di esplorazione o di ulteriore ricognizione nel vasto oceano dell’opera lirica. Quelle contenute ne primi due capitoli forniscono indicazioni storiche e semiologiche utili alla comprensione dei testi per come si sono evoluti dalle origini secentesche ai primi anni del Novecento. Nel successivo, invece, si trovano quelle dedicate all’analisi linguistica dei libretti. Nel quarto e ultimo, infine, le indicazioni precedenti trovano applicazione pratica in tre opere esemplari: Adriano in Siria, Livietta e Tracollo e La Cenerentola.

Ma per scongiurare ancor più il pericolo che la navigazione possa risultare ostica al navigatore principiante, il testo annovera tra le pagine numerosi altri esempi, citazioni continue, rimandi bibliografici e collegamenti alla rete virtuale, tra cui i più numerosi risultano quelli a YouTube. Siamo in presenza, dunque, di un lavoro analitico ma fondamentale nel tracciare rotte che risultano necessarie in virtù del fatto che prima di approdare all’opera lirica occorre fare buona provvista di strumenti di comprensione linguistica non solo verbale, poiché essa stessa è una forma di comunicazione complessa basata sull’azione simultanea di risorse non solo musicali… Non un manuale, non un libro che tenta, tediosamente, di tracciare la storia dell’opera lirica, così frammentata e imponente nella sua prestigiosa tradizione che sarebbe arduo soltanto cimentarcisi. Piuttosto un utilissimo strumento per approcciarla e scoprirne le peculiarità, imparare a leggerla e ad ascoltarla, illuminando al lettore gli aspetti linguistico, semiotico e teatrale. A realizzarlo, non a caso, è un emerito docente di Linguistica italiana all’Università di Messina, che ha già al suo attivo altri saggi dedicati alla lingua dello spettacolo. Dunque, sia che voi siate già cultori della materia o profani alla ricerca di validi stimoli per accostarvisi, siamo certi che leggerete il libro di Fabio Rossi da pagina 1 a pagina 133, l’ultima. Approfitterete del suo piglio originale e divulgativo per sfogliandolo con la genuina curiosità del lettore occasionale o per lasciarvi sorprendere – ancorché esperti – da innumerevoli scoperte d’inattesa gradevolezza. Il testo è ricchissimo di informazioni, anche relative a elementi molto particolari, e non manca di approfondire alcuni casi esemplari di opere liriche, dove, con elegante tocco di leggerezza, l’autore lumeggia le ragioni profonde di un’arte che a distanza di secoli mantiene inalterata la sua seducente fascinazione. Ne viene fuori un volumetto fluido e agevole, necessario e stimolante, che vi indurrà a frequentare di certo il teatro lirico.