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L’ornitorinco nero

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Quando Andrea e Giulia hanno perso il lavoro, dopo mesi trascorsi a rinfacciarsi le reciproche responsabilità, sono tornati a vivere nelle case dei rispettivi genitori. Giulia ha portato con sé Grace, la loro bambina di dieci anni, e a lui è toccato accudire la madre malata di Alzheimer rimasta sola dopo la morte del padre avvenuta per la seconda volta sei mesi fa. Sì, perché una prima volta l’uomo, che sembrava fosse in procinto di morire, dopo un’unzione degli infermi aveva ripreso vigore ed era tornato a vivere meglio di prima, aprendo gli occhi sull’alba del primo gennaio. La seconda volta non è andata così. Per provare a risparmiare Andrea pensa di licenziare il badante della madre, usare lo stipendio recuperato per sostenere le spese di trasferta e l’assegno di mantenimento della moglie, affittare la casa e dividere il ricavato con la sorella, trasferirsi nella loro casa al mare in Liguria. Ma per fare questo dovrà occuparsi a tempo pieno della mamma che ha iniziato dar da mangiare al gatto diverse volte al giorno e a manipolare le feci, come la sorella gli ha fatto presente. La mamma è infatti scivolata indietro negli anni, non ricorda di avere un’altra figlia e una nipote e, come se non bastasse, confonde spesso Andrea con il padre chiamandolo Pieruzzino, non ricordando che l’uomo è morto. Tutti questi comportamenti lo innervosiscono e lo spingono a ricordare le botte con la cintura che sia lui che la sorella hanno preso da adolescenti dalla donna, che era diventata la “mano armata” del padre. Riflette con amarezza su come l’Alzheimer le abbia fatto dimenticare anche le sue responsabilità, ma capisce che la malattia ha reso sua madre una bambina e che come tale va trattata, anche per spezzare il suo stesso senso di frustrazione…

Due persone, un uomo e una donna adulti, che al di là del loro ruolo di madre e figlio sono costretti a guardarsi negli occhi e a cercare di dare un senso a tutto quello che è accaduto nel passato e che li ha tenuti lontani. Due persone che nella malattia, nel dialogo spesso illogico, riescono a ricucire il loro rapporto e a pacificarsi. L’ornitorinco nero, l’unico mammifero che depone le uova e non partorisce i cuccioli, diventa metafora dell’impossibilità a prevedere eventi sulla base delle nostre conoscenze. L’ultimo libro dello scrittore Luigi D’Urso, giornalista, pubblicato da Manni nella collana Occasioni, tratta con delicatezza e dolcezza temi importanti quali la malattia e la morte e lo fa con una scrittura semplice, aiutato dai dialoghi ripetitivi fra il protagonista e la madre, che diventano capaci di calare compiutamente il lettore nelle emozioni dei personaggi.