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Lotto 117

Lontano futuro. Bastiano Malpelo ha da poco acquistato una concessione terriera e mineraria. Su Marte, nel Mare Borealis. Ora è proprietario di 50 km quadrati di suolo del Pianeta Rosso (con estensione fino a 10 km sotto terra) con annessa una vecchia miniera abbandonata. È riuscito a permettersi un investimento del genere perché ormai Marte è svalutato, vanno di moda le oasi orbitanti lungo le rotte commerciali: forse per questo il vecchio proprietario ha abbandonato tutto dopo pochi mesi di attività. O lo ha forse fatto per le dicerie malevole che tormentano il Lotto 117 da anni? Quel terreno ha infatti la sinistra fama di essere un luogo maledetto. Bastiano non conosce il reale motivo della vendita, ma di certo sa che vuole stabilità, silenzio, quiete e che quel luogo può garantirglieli, oltre che fornirgli un reddito sicuro. Giunto con il Rover al Lotto 117 però trova solo desolazione, abbandono, polvere, cumuli di limatura di ferro ovunque. È necessario costruire prima possibile un habitat nella galleria per togliersi la tuta protettiva e rilassarsi, poi organizzarsi con le attrezzature e i materiali. In superficie non è sicuro restarci, i bruschi sbalzi termici spesso causano devastanti tempeste. Mentre Malpelo è assorto in questi pensieri, all’improvviso un riflesso metallico lo incuriosisce. Va a controllare e trova… un antico tomahawk semisepolto. Cosa ci fa un’antica arma terrestre nel sottosuolo di Marte? Malpelo è a dir poco perplesso, ma la sua inquietudine diventa terrore quando poco più in là rinviene un cadavere. Il corpo di un uomo barbuto che indossa una corazza di ferro battuto su vestiti di pelle e accanto a sé ha uno spadone e una rudimentale arma da fuoco. Cosa diavolo sta succedendo al Lotto 117?

Persino tra le sabbie rugginose di Marte, Fabio F. Centamore ha voluto mettere un po’ della sua Sicilia: il nome del protagonista di questo romanzo breve è un palese omaggio a quel Rosso Malpelo protagonista della omonima stupenda novella di Verga, il ragazzino minatore che sparisce nella profondità ignota delle gallerie (il nome proprio Bastiano invece è lo stesso di uno dei principali personaggi de I Malavoglia, altro capolavoro dello scrittore verista siciliano) e tormenta le coscienze altrui in forma di spettro. La caratteristica che più colpisce della scrittura di Centamore è la grande abilità nel gestire le scene d’azione, tradizionalmente ostiche anche per scrittori navigati: le scene in cui i personaggi sono alle prese con gli incubi del sottosuolo marziano avrebbero potuto risultare macchinose o impacciate e invece sono credibili e avvincenti. La science-fiction di Lotto 117 è venata di umorismo pur non essendo mai parodistica, ricorda lo Sheckley più in vena di critica sociale o anche il Frederick Pohl degli anni Sessanta. Bastiano Malpelo non assomiglia per nulla a Mark Watney, il protagonista de L’uomo di Marte di Andy Weir: è un piccolo imprenditore in cerca di riscatto e oblio dopo una carriera di progettista di armi tattiche, non uno scienziato dalle infinite risorse. Né eroe né antieroe, è solo un uomo comune alle prese con i suoi demoni interiori e un enigma che alla fine decide di sfruttare a suo vantaggio, dato che non riesce a risolverlo.