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Love - Il cane

Love - Il cane

Il cane segue l’uomo che si arrampica sulle rocce sotto il sole cocente. L’uomo impugna un fucile, in attesa della preda. I pesanti scarponi calpestano il suolo e il cane attento segue i passi fino a quando tra le piante appare un branco di cervi. L’uomo è concentrato, punta la preda e prepara il colpo, non si accorge del serpente che striscia alle sue spalle e in un istante tutto accade: il morso, il fucile che cade, la morte. Il cane addenta il serpente, lotta con lui e ha la meglio. Ma ora? I cervi fuggono e l’uomo resta a terra, inerte. La vita per lui si è fermata, ma non per l’aquila, l’ornitorinco, il koala o i dingo, che accorrono in branco nei pressi del corpo, pronti a banchettare. Il cane ora è solo, vuole proteggere il suo umano, ma non può, tenta una vana resistenza, ma contro il branco affamato è costretto a capitolare e si allontana. Anche lui è in pericolo ora, i dingo lo seguono, spingendolo ad allontanarsi sempre più. Il cane è un mastino, è forte, ma loro sono tanti. Sono troppi. Il caldo è intenso, la fame e la sete si fanno sentire e quasi tutte le creature che incontra lungo il cammino sembrano essergli ostili, impegnate a lottare per la propria sopravvivenza e quella della loro prole. Deve guardarsi le spalle, non può fermarsi, non può ignorare il pericolo. Il branco avanza, fiuta le tracce, non rinuncia a quella preda che può soccombere da un momento all’altro. Il cane cammina determinato a salvarsi, cammina verso il crepuscolo e le sue creature e chissà che le ombre non portino un po’ di sollievo nell’Outback assolato...

Love: Il cane è un’opera che richiede tutta l’attenzione del lettore, o meglio, dell’osservatore in quanto priva di dialoghi e incentrata totalmente sulle azioni e reazioni degli animali coinvolti. Un coraggioso mastino resta privo del suo padrone e guida, solo e ferito negli spazi immensi della selvaggia Australia e deve attingere alle proprie forze per sopravvivere. Riesce a farlo lottando senza risparmiarsi e senza perdere la sua indole generosa. La sceneggiatura è a cura di Frédéric Brrémaud, autore nato in Corea, solito utilizzare pseudonimi per firmare le numerose opere che ha pubblicato (come Brr o Lili Mésange, ma il suo cognome corretto è Brémaud). Federico Bertolucci è il fumettista italiano, di formazione disneyana, che ha offerto la sua arte per realizzare le belle tavole che hanno dato vita alla storia. Vincitore di numerosi premi, non è alla sua prima collaborazione con Brrémaud, insieme hanno ideato il suggestivo racconto di Brindille. Le tavole dell’albo sono incentrate sugli spazi naturali, sulle sequenze lente di marcia del cane alternate a improvvise tavole dinamiche di combattimento. Ovunque passino i dingo portano paura, lotta e morte, sono loro i veri antagonisti del mastino che conduce imperterrito la sua marcia verso la salvezza. Abbonda di pagina in pagina il rosso della terra, la polvere dei passi degli animali, il sole che occhieggia cocente, a cui segue il blu intenso della notte, che tutto avvolge e raggela. Colpiscono gli occhi delle creature che abitano il territorio. Incrociamo i loro sguardi che a seconda del contesto possono essere famelici, spaventati o pieni di amorevole istinto protettivo verso i cuccioli. Le prede osservano i predatori con terrore e i predatori osservano le prede con bramosia. Il ritmo delle scene è incalzante e trasmette con chiarezza la forza della natura che fa il suo corso. Solo determinazione, furbizia e conoscenza del territorio permettono agli animali di vivere e prosperare, ma basta una disattenzione e il ciclo della vita si completa. Riuscirà il prode amico dell’uomo a trovare la salvezza?