
“Vogliamo Roldán… Né vivo, né morto!”: questa è la richiesta che tre dubbi personaggi - uno grasso, uno magro, uno che “riassumeva il peso giusto e per questo era il portavoce del trio”- rivolgono all’investigatore privato Pepe Carvalho ed al suo fedele socio Biscuter. I tre non sono certo irreprensibili, ma pagano bene, il lavoro è lavoro e per questo i due detective si mettono subito all’opera. Dove si sarà nascosto il leggendario Roldán, ex capo della Guardia Civil? Si comincia studiando il personaggio - è calvo, alto, aveva denti d’oro prima dell’incontro con la sua seconda moglie - e cercando informazioni nei bar, tra la gente, sempre più in profondità, fino ad arrivare nei luoghi più oscuri delle città di Saragozza e Damasco: le fogne. Ma Carvalho e Biscuter non sono gli unici a dare la caccia a Roldán e in questa avventura sono molti i personaggi e i poteri coinvolti e, soprattutto, nulla è come sembra…
Ritmo frenetico, dialoghi pungenti, ricchi di citazioni (alcune, per me, non sempre immediatamente comprensibili e godibili) contraddistinguono questa nuova avventura di Pepe Carvalho, detective dalle battute fulminanti (“Odio i libri… soprattutto quelli che ho letto”) e già protagonista di altre opere dell’autore. Se Carvalho è nato dalla penna e dall’ingegno di Montalbán - scomparso nel 2003 - reali sono invece altri personaggi del romanzo, primo fra tutti il criminale Roldán. Non solo mescolanza fra realtà e finzione: Montalbán ha anche il merito di miscelare nella stessa pagina elementi di politica, economia e attualità a piatti tipici, vini, sapori ed odori, quasi inabissando i primi (a livello delle fogne) ed innalzando i secondi, ubriacando dolcemente il lettore, che si lascia trasportare da Saragozza a Damasco, ormai quasi dimentico del vero motivo delle ricerche, bramoso solo di deliziarsi ancora di altre pagine. Fino al finale ineccepibile, leggermente amaro, perfetto.
Ritmo frenetico, dialoghi pungenti, ricchi di citazioni (alcune, per me, non sempre immediatamente comprensibili e godibili) contraddistinguono questa nuova avventura di Pepe Carvalho, detective dalle battute fulminanti (“Odio i libri… soprattutto quelli che ho letto”) e già protagonista di altre opere dell’autore. Se Carvalho è nato dalla penna e dall’ingegno di Montalbán - scomparso nel 2003 - reali sono invece altri personaggi del romanzo, primo fra tutti il criminale Roldán. Non solo mescolanza fra realtà e finzione: Montalbán ha anche il merito di miscelare nella stessa pagina elementi di politica, economia e attualità a piatti tipici, vini, sapori ed odori, quasi inabissando i primi (a livello delle fogne) ed innalzando i secondi, ubriacando dolcemente il lettore, che si lascia trasportare da Saragozza a Damasco, ormai quasi dimentico del vero motivo delle ricerche, bramoso solo di deliziarsi ancora di altre pagine. Fino al finale ineccepibile, leggermente amaro, perfetto.