
Hiroshima, 6 agosto 1945. Le sirene hanno dato l’allarme continuamente, per tutta la notte. Ichiro e sua mamma hanno faticato a chiudere occhio. Per fortuna, verso mattina, è arrivato il segnale di via libera, così mentre la madre si reca al lavoro come infermiera presso l’ospedale, il giovane ragazzo, che fra qualche giorno compirà diciotto anni, decide di andare a trovare il suo amico di sempre Hiro e di passare la giornata con lui. Hiro avrà sicuramente molte faccende da portare a termine in casa, così Ichiro decide di portarsi un libro da leggere: si tratta de Il racconto di Genji, glielo ha donato suo padre, prima di partire per la guerra. Gli ha detto che è il primo romanzo mai stato scritto e che deve averne cura, di non perderne una sola pagina. Il ragazzo gli ha promesso di leggerlo tutto e di coglierne la magia. Sono millenovecentonovantanove pagine, non è certo un libro facile. Ma Hiro ce la sta mettendo tutta, ogni promessa va mantenuta, e continua a leggere, mentre il suo amico sta mettendo in ordine la casa e riordinando i giocattoli lasciati sparsi per la camera dalla sua sorellina Keiko, ora all’asilo. Si versano del tè olong da sorseggiare. Ad un certo punto Hiro, guardando dalla finestra, sostiene di vedere avvicinarsi nel cielo un bombardiere B-29. Uno solo. Ichiro sta ascoltando le parole dell’amico mentre sottolinea con le dita una frase a pagina trecentoquarantotto. Poi, d’improvviso, un rombo, e “le altre parole bruciano bianche”...
Questa breve storia di amore ed orrore è un incanto. Delicatezza e violenza convivono in perfetto equilibrio, e la sensazione è di leggere qualcosa di impalpabile, breve, confezionato con parole misurate ad ogni riga, che lascerà un segno ben marcato nelle nostre anime. Lo sforzo, la preparazione e lo studio dell’autrice si possono solo immaginare, perché la scrittura non ne porta i segni e risulta sospesa, leggera, eterea. Le illustrazioni che accompagnano lo scritto sono perfetto e delizioso accompagnamento. Nel prologo del volume Kerry Drewery spiega che il tragico e atroce bombardamento di Hiroshima l’ha segnata fin da piccola e non l’ha più abbandonata. Ha cominciato a leggere testi su testi, ad informarsi il più possibile. Spiega ancora che, pur non avendo -fortunatamente- vissuto direttamente quel periodo, i sentimenti di amore, di speranza, di colpa, sono universali e di questo ha voluto raccontare. Le emozioni nel romanzo sono riportate quasi acquarellate, diluite, come se l’autrice si addentrasse nella storia in punta di piedi, con rispetto, ma risultano altrettanto chiare e potenti, dolorose, proprio perché non ostentate a parole ma rese evidenti dalle azioni dei protagonisti, a volte estreme, faticose per corpo e mente. L’agire, anche senza troppo pensare, il dedicarsi ad una persona, o a chi si vuole bene, tutta la vita, con la speranza nel cuore e la forza nelle gambe, in ogni occasione sia possibile: questo sembra essere il messaggio di speranza racchiuso in questa storia magica. Al termine del romanzo è presente anche la spiegazione passo passo per creare una gru di carta. Per realizzare un desiderio, dice la leggenda, bisogna modellarne mille. Non vi resta che leggere il libro (consiglio anche di cercare in internet la storia di Sadako Sasaki, se non la conoscete) e procurarvi dalla carta per origami, esprimendo un desiderio.