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L’ultima onda

L’ultima onda

Billy Corman, un aborigeno australiano dalle abitudini assai discutibili, è ormai stanco di fuggire nelle fognature di Sidney dove si è dovuto spingere con il tesoro di cui si è impossessato, alcune pietre all’apparenza prive di valore, ma che possiedono un’importanza enorme per le persone a cui le ha sottratte. Spostandosi dal piano inferiore a quello superiore del terribile viadotto sotterraneo, arriva a sentire il passaggio del treno lungo i binari sopra la sua testa, sa di aver quasi raggiunto la salvezza, deve compiere ancora un ultimo sforzo. Nel frattempo David, uno dei tanti avvocati della metropoli ogni giorno impegnato con pratiche noiose e ripetitive, sta per rincasare. La segretaria Daisy, che nutre nei suoi confronti un’ammirazione talmente profonda e sincera da assomigliare a un sentimento amoroso, lo saluta raccontandogli che non ha ancora deciso di rinunciare al suo grande sogno, fare l’attrice, è sempre troppo giovane è bella per archiviare le sue aspirazioni. Giunto a casa, David trova la moglie Annie che sta giocando con i colori insieme alle loro figlie, due bambine dolci come il miele, sempre piene di domande e iniziative. La famiglia di David è emigrata in Australia prima della seconda guerra mondiale, a cui il padre, un pastore protestante, ha partecipato lasciando la moglie a casa a badare al loro bambino. Tornato dal conflitto, l’ex combattente ha vissuto per un po’ con la consorte che nutriva aspirazioni letterarie, poi lei lo ha abbandonato e David è dovuto crescere solo con il padre. È diventato un giovane serio e responsabile, tanto che dopo la laurea in giurisprudenza si è sposato ancora giovanissimo e adesso, a poco più di trent’anni, le sue uniche preoccupazioni sono rivolte alla moglie e alle figlie. Ma di lì a poco la pace familiare è destinata a rompersi. Mentre David si sta godendo un tranquillo week end in visita dal padre, riceve la telefonata di Dan, un collega che gli chiede di occuparsi dell’omicidio di Billy Corman: il ladruncolo, poco dopo il suo colpo, ha prima avuto un rapporto sessuale con una prostituta ed è poi andato in un pub, dove ha incontrato un gruppo di aborigeni che sembra lo abbia inseguito al rientro a casa per ucciderlo. David dovrà fare in modo che il periodo di detenzione dei presunti assassini sia il più breve possibile. Intanto il clima sta assumendo un comportamento molto strano, ha iniziato a grandinare nel deserto…

Collegandosi alle tematiche ambientali di maggiore rilievo, lo scrittore americano di origine rumena Petru Popescu sviluppa una storia ambientata in Oceania, dove un giovane avvocato di Sidney riscopre e valorizza le regole tribali e gli aspetti culturali dei nativi australiani. Temi che in precedenza non lo avevano mai interessato, ma in cui si immerge a livello intellettuale e della partecipazione emotiva quando viene chiamato a difendere i presunti assassini di Billy, che avrebbe a parere del protagonista sfidato le imposizioni della sua tribù. L’aspetto interculturale rende più interessante una storia abbastanza avvincente, dove il lettore dal momento in cui l’avvocato inizia ad occuparsi del caso dei ragazzi aborigeni, fino a quando giunge a difenderli in tribunale, si chiede a quali risvolti porterà questo suo totale avvicinamento alla cultura tribale e se veramente i nativi australiani conoscono i segreti dei cambiamenti climatici. Il protagonista appare come una sorta di Don Chisciotte impegnato a vincere i mulini a vento, rappresentati dai pregiudizi e dalla superficialità della comunità di origine europea, che non ha alcun interesse a comprendere le diversità culturali. Anche i legali con cui David collabora per la buona riuscita del caso non cercano il reale movente dell’omicidio, ma solo un escamotage per chiudere la faccenda nel minor tempo possibile. Solo lui combatte senza risparmiarsi per la verità, perché arriva sempre nella vita di un uomo di talento, da lungo tempo legato a pratiche noiose e ripetitive, il momento di rompere con la routine e immergersi in un’impresa grandiosa, che gli renderà onore. Nato a Bucarest il primo febbraio del 1944, Petru Popescu è figlio del critico teatrale Radu Popescu e dell’attrice Nelly Cutava. Dopo aver studiato letteratura inglese in Romania, si è trasferito prima in Inghilterra e poi negli Stati Uniti nel 1975, mettendosi in rilievo come scrittore, regista e produttore cinematografico. Nel frattempo il regime comunista rumeno lo ha processato per tradimento. Sempre negli Stati Uniti ha sposato Iris Friedman, da cui ha avuto i figli Adam e Chloe. Nel 2001 è uscito The oasis, una delle sue opere più rilevanti dedicata alla capacità di resistere nei campi di concentramento. De L’ultima onda (titolo originale The last wave) edito per la prima volta nel 1977, Peter Weir ha realizzato una versione cinematografica.