
Quando arriva ad Amburgo, in una sera di inizio giugno del 2027, manca poco al tramonto. La stazione è enorme, con scale, ascensori, binari, piattaforme, monitor e pubblicità a perdita d’occhio, il tutto ordinatamente compresso in un macro-volume organizzato. Gli annunci degli altoparlanti echeggiano con quella singolare miscela di minaccia e rassicurazione che hanno le voci ufficiali in lingua tedesca. La dichiarazione di Kristine Klemens resa del 2024 torna di nuovo alla sua mente: sa che le parole della scrittrice sono di importanza cruciale. Gli strani sogni del protagonista dei suoi romanzi possono infatti essere la chiave per svelare il mistero. Kristine è poi una donna determinata. Lo ha dimostrato anche con il coraggio delle sue scelte in amore. Ogni parola detta o scritta ha per lei un significato ben profondo e preciso. Quello che però si chiede, incamminandosi verso la stazione della metropolitana, riguarda la forza terza che sembra essere in azione e intervenire sugli eventi; non solo e non tanto di chi o di cosa possa trattarsi, ma in che modo agisca attraverso di lei, e chissà chi altro, ormai da molti anni a questa parte…
Il futuro sembra molto vicino e carico di promesse. Inquietanti. Infatti l’opera “orwelliana”, filosofica e al tempo stesso leggibilissima di Giovanni Agnoloni, traduttore, blogger e scrittore fiorentino, dal ritmo sostenuto e molto ben intrecciata, pare imperniata su un tema fondamentale: il collasso. In particolare quello concreto del sistema, della Rete, di Internet, in un’ipotetica ma credibile realtà distopica, e da tutti i punti di vista allegorica, tra il 2025 e il 2029: e l’umanità, ormai dipendente dalla massiccia interconnessione tecnologica, sembra in completa crisi d’identità. Argomenti già trattati dall’autore nei suoi precedenti Sentieri di notte, La casa degli anonimi e Partita di anime, e che in L’ultimo angolo di mondo finito vengono ulteriormente sviluppati. Si potrebbe parlare di una vera e propria fine, ma in verità, come avviene per le serie televisive antologiche, ogni capitolo è anche autonomo e autoconclusivo. Diviso in blocchi i cui capitoli ricavano il nome dai protagonisti, oltre a quelli, contrassegnati dalle lettere dell’alfabeto, in cui prendono la parola altri personaggi, il romanzo racconta di un’Europa in cui vige l’incomunicabilità. Le città sono popolate di ologrammi intelligenti, cloni che influenzano le attività umane, mentre negli USA il sabotaggio della rete fatto dal movimento degli Anonimi non è andato a buon fine e Internet, grazie a dei droni, c’è ancora. Lo studioso Kasper Van der Maart è sulle tracce di Kristine Klemens, una scrittrice scomparsa poco dopo aver di fatto previsto quello che sarebbe accaduto, mentre Emanuela, Ahmed, sua sorella Amina e Aurelio, quattro Anonimi sparsi per l’Europa, vagano in cerca di impulsi elettromagnetici da utilizzare per creare una nuova Rete e restituire identità ad un umanità che sembra essere collassata su sé stessa.