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L'ultimo continente

L'ultimo continente
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Ghiacciai, calotte, iceberg, foche, pinguini, giornate infinite di luce. Ogni estate in questo paesaggio bianco e freddo va a lavorare Deb Gardner, una naturalista trentaquattrenne che insegna biologia marina all’Università dell’Oregon. In cambio di fare da guida turistica per la nave da crociera Cormorant, ha la possibilità di rimanere sulla superficie antartica per studiare i pinguini Adelia e sistemi per la tutela dell’ambiente. Deb è una solitaria che non si trova a suo agio con la gente, solo in mezzo ai pennuti e alle irregolarità dei ghiacci sente il sangue scorrerle nelle vene. L’Antartide è il liquido amniotico che l’avvolge e le dà sicurezza. Tutta la sua esistenza cambia all’improvviso quando incontra Keller, un ex avvocato di Boston con alle spalle la perdita di una figlia e un divorzio. Keller è l’amore, i suoi palpiti, le sue emozioni, le sue tensioni, ma è anche una relazione anomala – insieme nell’emisfero polare a censire gli Adelia, separati in America – seppur carica di passione. Mai però Deb si sarebbe aspettata che un uomo la chiedesse in sposa e di ritrovarsi incinta…

Non c’è solo il mal d’Africa, ma anche il mal d’Antartide. Quello che nel romanzo è definito l’ultimo continente da visitare prima che sia inghiottito dal mare e scompaia, è un luogo di fuga, un rifugio dalla routine deprimente del quotidiano. È soprattutto metafora della precarietà della condizione umana, apparentemente immobile e chiusa nelle proprie poche certezze invece “mobile e mutevole come gli iceberg”. Nel raccontare una storia d’amore, la parte più intensa del romanzo dotata di una profonda introspezione psicologica, Midge Raymond parla di un mondo alla deriva (simboleggiato dalla gigantesca imbarcazione dell’Australis incagliatasi nei ghiacci), che per soddisfare gli egoismi delle persone è disposto a mettere a rischio gli habitat naturali del pianeta, che non riesce più a gestire le relazioni umane, che non sa come affrontare il problema della natalità. La bravura della scrittrice nordamericana sta nella capacità di sparigliare le carte. Mentre, attraverso una narrazione a flashback, delinea un panorama desolante privo di speranza, mostra pure le possibili vie d’uscita da una situazione così bloccata. Sono l’amore, perché amare una persona porta ad amare ciò che ti ruota attorno, e l’essere capace di prendere decisioni ponderate perché da loro deriva un esito che può essere, come in Antartide, “tragedia o miracolo”. L’ultimo continente è un esordio letterario da non perdere.