
In una serie di cinque conferenze e discorsi radiofonici tenuti nel 1969, quando è un giovane professore di teologia a Ratisbona, Joseph Ratzinger parla del futuro della Chiesa come qualcosa di marginale, prevedendo che la Chiesa sarebbe sopravvissuta e diventata più forte e vitale, non senza affrontare ostacoli che già si delineano dopo il Concilio Vaticano II e sulla scia delle rivolte studentesche del Sessantotto. Nell’ultima di quelle cinque conferenze, trasmessa il giorno di Natale, Ratzinger confida che la Chiesa stava attraversando un’epoca simile alla Rivoluzione francese o all’Illuminismo. Ratzinger dopo molti anni diviene papa: succede a Giovanni Paolo II, carismatico, moralista, viaggiatore, populista, rifiutato dogmaticamente dai commentatori ma il prezzo da pagare per una tale popolarità è ritenuto accettabile. La proposta del cardinale tedesco tuttavia è completamente diversa...
Giulio Meotti, giornalista professionista dal 2008, intellettuale, aretino di nascita, da quasi diciott’anni columnist de “Il Foglio”, nonché autore di numerosi libri e, nel corso della sua carriera, collaboratore di molte testate internazionali, è un autore dalla prosa accessibile, vibrante e incalzante che è esaltata in questo volume, il cui titolo significativamente è un interrogativo, perché solo il dubbio può portare al progresso, nel quale indaga con dovizia di dettagli la figura di Joseph Ratzinger, Benedetto XVI, papa emerito che ha abbandonato il soglio pontificio e protagonista di recente anche di una biografia di Peter Seewald. Sostenitore di Israele e delle sue politiche, il che in più di un’occasione l’ha portato a criticare in modo piuttosto netto non solo la Chiesa cattolica ma anche molti ebrei che invece hanno a suo dire fatto mancare il loro supporto a Israele, rischiando di favorire una vera e propria recrudescenza dell’antisemitismo, Meotti definisce la figura del predecessore di Bergoglio come quella di un finissimo teologo e un uomo di solida fede, conservatore per quel che concerne l’ortodossia ma capace di prevedere derive e conseguenze dell’evoluzione della società nel corso del ventesimo secolo e nei primi anni del nuovo millennio.