
Non è tutto oro quel che luccica e Los Angeles ne è una conferma con il suo alto tasso di senzatetto (il più alto degli Stati Uniti), di fallimenti umani e finanziari, di insuccessi cinematografici, di criminalità, violenza e droga. Ma quel maledetto sole che non si spegne mai la fa sembrare più lucente e preziosa di quanto non sia, mascherando il suo vero valore di bigiotteria. Lucille osserva Harry Hole affogare dolore e cadute nell’abisso nell’ennesimo drink, solitario al fondo del bancone del Creatures, il bar in cui lo incontra da ormai un mese. Si scambiano da tempo cenni del capo e brevi saluti, come habitué dello stesso locale, ma oggi per la prima volta gli siede accanto e gli ha offerto da bere, dopo la smorfia del barista mentre gli riconsegnava la carta di credito rifiutata. Harry ha portato a termine la sua missione: bere fino a svuotare il conto. Lei attempata attrice a fine carriera – e piena di debiti – sa riconoscere la gente di spettacolo, e lui non lo è di certo: è un poliziotto. Un poliziotto che ispira fiducia e che di sicuro può aiutarla con i due “esattori” (e non certo due esattori certificati) che la aspettano a bordo dell’auto posteggiata fuori dal locale e che poco dopo gli puntano addosso una Glock...
Luna rossa è il tredicesimo romanzo dedicato al detective Harry Hole, ma è godibile anche per chi non abbia letto (tutti) i dodici che lo precedono. La prosa è ancora una volta asciutta, affilata, e greve di temi difficili: droghe e dipendenza, abusi, violenza, aggressioni, e Jo Nesbø trascina il lettore direttamente nella psiche dell’assassino, concedendogli il privilegio di goderne in prima linea. Lo stile narrativo è infatti perverso e brutale, folle quasi malsano, caratteristiche che rendono i romanzi di Nesbø così intensi ed emozionali. I personaggi sono numerosi e tutti importanti e ben caratterizzati anche dal punto di vista psicologico, perché la narrazione cambia continuamente focus, dando una visione a trecentosessanta gradi. L’indagine è ben costruita e intelligente, ricca di false piste, vicoli ciechi e colpi di scena. Harry ha compiuto un percorso di crescita personale che lo rende reale e carismatico, ma resta un cacciatore talentuoso e spietato, dall’integrità morale inattaccabile, punto di forza in un mondo di corruzione. La trama è lunga e complessa, a tratti contorta e ricca di divagazioni che rallentano e, anche se contestualizzano creando spessore, distolgono un po’ l’attenzione: forse poteva essere snellito. Ricco di parallelismi scientifici dal forte significato simbolico, come per esempio la luna rossa del titolo, o luna di sangue, l’eclissi che nasconde e distorce, dando immagine irreale di sé. Importante anche il ruolo della donna e le sue difficoltà in una società maschilista e misogina. Il finale aperto lascia ben sperare i lettori fedeli.