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Lunghicapelli

Lunghicapelli

Ha lunghi capelli biondi che gli arrivano alle spalle e che si muovono quando si alza il vento, proprio come accade ai suoi eroi: Tarzan il re della giungla, il mitico Sansone, gli indiani d’America, re Luigi XIV che veniva chiamato Re Sole e, soprattutto, suo padre, il suo eroe più grande. Ma se sei un maschio, avere i capelli lunghi può creare confusione perché potresti essere scambiato per una femmina (e la derisione è dietro l’angolo), proprio come accade a Loris, il bambino protagonista della storia. La sua grande passione è la musica, che ha ereditato dal padre, chitarrista flamenco. E quando Loris inizia a suonare la chitarra, pare che nessuno noti più i suoi capelli, come capita ad Elena, per cui il bambino suona una serenata speciale...

Una storia semplice, ma profonda, che analizza un elemento esteriore che nell’immaginario comune è ancora strettamente correlato all’identità di genere. I maschi non portano capelli lunghi, e poco importa se ci sono sempre stati uomini (anche famosi) che li hanno avuti, perché questo è ciò che le convenzioni sociali hanno diffuso nel tempo. Ma Loris sa ciò che vuole essere e ciò che lo fa stare bene. Anche se gli capita di innervosirsi quando viene scambiato per una femmina, è sicuro di sé e gli piace sentirsi libero e diverso dagli altri. La sua fortuna è potersi identificare con un genitore che lo ama e lo rispetta, e questo gli permetterà di crescere e di costruire la propria identità senza alcun timore. Benjamin Lacombe, giovane ed eclettico artista, sa donare espressività ai suoi personaggi e tratta spesso la diversità nei suoi libri. In questo albo le illustrazioni predominano sul testo, anche dal punto di vista delle dimensioni, e questo consente al piccolo lettore di potersi immedesimare nel protagonista anche senza leggere le parole. La collana Sottosopra pubblica da tempo libri illustrati rivolti ai bambini sull’identità di genere e contro gli stereotipi, con il fine di promuovere un immaginario alternativo in cui i ruoli femminili e maschili possano essere interscambiabili. Solo da bambini, infatti, si può vedere la diversità come bellezza e come risorsa, anziché come differenza negativa, e si può accoglierla in maniera naturale, senza alcun pregiudizio o, peggio, paura ingiustificata.