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L’uomo che giocava con le bambole

L’uomo che giocava con le bambole

La osserva mentre dorme, respira piano, si muove stesa sul letto. Le si avvicina e riflette sull’inganno di cui si sente vittima. Infila i guanti, afferra il cuscino e lo preme sul bel volto. Non si aspetta molta resistenza dato l’effetto sorpresa, ma l’istinto di sopravvivenza in lei è forte e tra calci e graffi per levarselo di dosso l’operazione dura più del previsto. Poco male, alla fine non può che soccombere. La immobilizza col proprio peso, le blocca le braccia, le dà un pugno allo stomaco. Una manciata di minuti ed è morta. Ora può prepararla. Il commissario Rickard Stenlander sta godendo del sole del mattino e del tempo libero nella sua casa sull’isola di Södermalm, quando riceve la telefonata del collega Erik Svensson, che gli chiede di raggiungerlo al più presto per osservare quella che definisce una “installazione”. Raggiunto l’indirizzo, il commissario nota il turbamento degli agenti e quando si trova di fronte il corpo in posa, luccicante, illuminato dai fari, di una giovane donna morta, comprende la ragione di quell’agitazione. La vittima è Anna Borg, una studentessa e dai rilevamenti nell’appartamento di cui si sta occupando la collega Maria Söderlund, si palesano i dettagli di una seconda vita, una vita da camgirl, amante degli accessori di lusso e degli abiti eleganti. Che il killer fosse un ex? Un cliente? Qualcuno che la conosceva e poteva avere accesso all’appartamento? Recuperano il computer della ragazza, ma non c’è modo di avviarlo e i tecnici della scientifica sono oberati di lavoro per potergli dare la precedenza. La situazione è preoccupante e anche se non vengono rilevati casi simili, occorre procedere con le indagini, prima di imbattersi in un’altra vittima. Accedere ai file di Anna è prioritario. A Rickard e Erik viene fatto il nome di Linn Ståhl, esperta di crittografia informatica con un passato turbolento...

Primo volume della serie di romanzi La trilogia dell’odio, ambientati in una gelida Stoccolma in pieno fermento politico, che in Svezia ha venduto oltre 100.000 copie. Magnus Jonsson (insegnante liceale con la passione per la scrittura e abile skateboarder come Linn Ståhl) conduce tra le vie della capitale svedese numerosi personaggi, impegnati a perseguire un obiettivo, nel bene e nel male. Per parte dell’ambientazione si è ispirato al quartiere della sua infanzia Södermalm (qui abita il commissario) e per il suo stile letterario a un autore ben noto agli amanti del genere e molto amato dallo stesso Jonsson: Stieg Larsson, popolare anche tra i lettori italiani. Gli agenti Stenlander e Svensson rappresentano la classica copia investigativa, il primo più maturo e pacato e l’altro giovane e irriverente, costretti loro malgrado ad accettare il supporto tecnico di una civile con un passato fuorilegge, le cui abilità si rivelano fondamentali (e pericolose) per affrontare il caso. Tra omicidi, manomissione di prove, attività illecite e le azioni estremiste del Fronte patriottico (un gruppo di estrema destra), Jonsson mostra luci e ombre di una tra le città europee più amate e conosciute. A rallentare il ritmo narrativo, che decolla nella seconda parte del libro, un indulgere nei dettagli non necessari (questione di gusti, certo), che comunque gli appassionati del genere gli perdoneranno. I lettori possono seguire le indagini e le intuizioni di Linn Ståhl nel secondo volume, pubblicato in Italia col titolo Uomini che si nascondono nell’ombra, in attesa del terzo capitolo della serie.