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L’uomo con la vestaglia rossa

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Londra, giugno 1885. Tre francesi sono appena arrivata nella capitale inglese. Si tratta di un principe, Edmond de Polignac, un conte, Robert de Montesquiou- Fezensac, e un comune cittadino dal cognome italiano: Samuel-Jean Pozzi. Quest’ultimo è un medico dell’alta società, un colto conversatore e un collezionista di libri. Quattro anni prima del viaggio, Samuel-Jean Pozzi – trentacinquenne con la barba, bello, lo sguardo sicuro puntato davanti a sé – è stato immortalato in un ritratto che lo vede indossare una vestaglia rossa. Il dipinto, nel 2015, è appeso a una parete della National Portrait Gallery di Londra, in prestito dagli Stati Uniti d’America. Ma torniamo a ciò che la tela ritrae. Una veste da camera, anche se la definizione non è del tutto esatta. È quasi escluso che, sotto, il giovane indossi un pigiama, a meno che i polsini e il colletto ricamato che spuntano da quella macchia rossa non appartengano a una camicia da notte. E la cosa sarebbe quanto meno strana. È difficile anche che il giovane sia stato ritratto appena alzato da letto. Si sa che il quadro veniva realizzato in tarda mattinata e che, dopo, artista e modello pranzavano insieme. Lo testimoniano i commenti della moglie del modello, che resta sbalordita dal fenomenale appetito del pittore. Il titolo dell’opera, poi, rivela che il cittadino comune con il nome italiano si trova a casa propria, in una stanza in cui le pareti sono di una tonalità più scura di rosso. Uno sfondo bordeaux che risalta ancora di più lo scarlatto della figura centrale. Ci sono poi pesanti tende fermate da un cappio e un ulteriore drappo di tessuto che si mescola al pavimento di colore anch’esso bordeaux. L’intera ambientazione appare davvero teatrale…

“La ragione principale per cui i britannici cercavano esilio in Francia era la necessità di sfuggire a qualche scandalo (e di poter continuare a comportarsi in modo scandaloso); era quello il luogo in cui andare se si era altolocati in bancarotta, bigami, truffatori e omosessuali”. Tre francesi a Londra nell’estate del 1885. Si tratta di un trio davvero singolare, sia per le differenze di rango, sia per la composizione, che vede un cittadino dal cognome italiano e notoriamente eterosessuale che si accompagna a due aristocratici, le cui tendenze sono dichiaratamente “elleniche”. Julian Barnes, prolifico scrittore britannico, mostra, attraverso peculiari personaggi che solleticano la curiosità del lettore, il percorso storico di un’epoca frizzante e interessante come quella della Belle Époque. Relazioni carnali, duelli, matrimoni di facciata utili per assicurarsi una posizione sociale di tutto rispetto, relazioni segrete ma in realtà note a tutti sono gli ingredienti attraverso cui l’autore pare indicare un’alternativa possibile a una quotidianità scontata e avvilente. Muovendosi tra personaggi noti e altri meno conosciuti, che hanno comunque calcato il palcoscenico di un periodo di grande fermento culturale, Barnes racconta intrecci tra storie avvincenti e mostra uno spaccato di Storia rivisto attraverso grandiosi dipinti che si affiancano a semplici figurine, parole e immagini che si alternano e regalano al lettore di questo scritto ibrido – che è un po’ romanzo e un po’ saggio – forme, colori, segni e suoni appassionanti e vibranti.