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L’uomo di Philadelphia

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“<>… <> esclamò lei con fierezza. <>”. Sedici anni e con un’enorme fame di costruirsi un futuro, Margaret ha deciso di lasciarsi alle spalle la carestia dell’Irlanda per una nuova vita dall’altro lato dell’oceano. Non ha intenzione di scendere sudicia dalla nave, vuole presentarsi al meglio per quella che sarà la sua nuova città. Con energia, si lava e si cambia la biancheria intima di lino che lei stessa ha confezionato in attesa di questo momento. Per strada un gran via vai di carrozze e cavalli e sterco ovunque, segno tangibile di quanto sia agiata la gente che abita a Philadelphia: lo sterco “in Irlanda lo avrebbero raccolto per spargerlo sui campi come concime”. Grazie a un suggerimento ricevuto sulla nave, si reca al centro di collocamento, dove ha intenzione di trovare un impiego in una bella casa, in un bel quartiere, con gente ben vestita e che conduce una bella vita. Segretamente è questo che lei vorrebbe per sé: lasciarsi alle spalle la miseria dell’Irlanda per una vita di splendore. Il suo desiderio sembra concretizzarsi quando entra a servizio della Signora Clayton, che intravede in lei le abilità che ricerca in una domestica tuttofare. Margaret si dimostra in gamba e capace, sempre attenta ad eseguire alla perfezione gli ordini della signora Clayton, ma non appena ne ha l’occasione osserva, seppur da lontano, quel mondo a cui vorrebbe appartenere. ..

“Entrare nella loro vita era impossibile come penetrare nell’enorme specchiera dell’atrio e divenir partecipe delle scene di splendore che spesso vi si riflettevano… Qualunque cosa facesse, tra lei e i Clayton c’era sempre una barriera lucente e gelida…”. L’uomo di Philadelphia è un’appassionante saga famigliare che si dipana nell’arco di un secolo nell’omonima città, attraversando con essa la Storia e i cambiamenti intercorsi. L’orgoglio e l’aspirazione all’ascesa sociale, fortemente bramata, sono il tratto caratteristico delle donne O’Donnell: Margaret, fiera e ostinata, Mary superba e intraprendente, Kate autonoma e tenace. Anthony, unico maschio della famiglia – e principale figura del romanzo – riservato e capace, si ritroverà a crescere con il pesante fardello delle donne O’Donnell, fino a giungere là dove la sua trisavola aveva desiderato arrivare, grazie alla discrezione e alla spregiudicatezza che saprà dimostrare alla società della Philadelphia che conta, rendendosi agli occhi di tutti cittadino affidabile e degno di fiducia. Richard Powell, una notevole riscoperta nel panorama letterario, ci regala un romanzo formidabile, dall’umorismo sottile (“Non che il giovane signor Clayton avesse un figlio e neppure una moglie, ma i Clayton erano famosi per guardare avanti. O forse indietro. Margaret non ne era del tutto sicura”), sulla caparbietà di raggiungere l’affermazione sociale e i compromessi che si è disposti ad accettare. Il merito va anche al traduttore, Soderini, che ha saputo cogliere la penna e lo stile dello scrittore, trasportandolo in una lettura che nelle sue cinquecento – e oltre! – pagine non smette mai di essere piacevole. “Si chiamava Anthony Judson Lawrence e aveva quarantadue anni. Era sceso nel suo studio per prendere una decisione… C’erano novantanove anni di precedenti da studiare, dal 1857 al 1956”.