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L’uomo ha bisogno del cane

L’uomo ha bisogno del cane

Riga, anni Settanta, una domenica mattina. È ancora presto e il gelo è pungente, il vecchio affamato ha un cesto con all’interno quattro cuccioli neri sonnecchianti e qualche soldo in tasca. Il suo intento è riuscire a venderli, ma prima deve trovare qualcuno che li sorvegli mentre va a fare colazione. Le donne al banco dei mirtilli del mercato fanno al caso suo. Appena vedono i cuccioli esplodono in gridolini e paroline dolci e sono liete di occuparsi dei cani. Magari potrebbero acquistarne uno, ma no, pare che siano già tutte ben fornite, pazienza, la colazione lo aspetta. Dopo essersi ristorato e riscaldato, scopre che le donne dei mirtilli hanno sfamato i cuccioli e trova persino un compratore interessato: un ragazzo dall’età indefinita e abiti leggeri, basso, intento a strimpellare una chitarra, non ha l’aria di uno col portafoglio pieno, invece dopo un vivace botta e risposta eccolo pronto a sborsare cinque rubli e andarsene soddisfatto col suo cucciolo. Il secondo affare si presenta in prossimità del canale. Tre ragazze dalle lunghe gambe avvolte in pantaloni, si entusiasmano all’idea di regalare un cucciolo al loro amico Aleksandrs e facendo colletta tra loro racimolano i cinque rubli richiesti. Il vecchio soddisfatto siede sul canale, stanco e infreddolito, in attesa di dare via i due cuccioli rimasti. Il terzo cliente non rientra nelle aspettative dell’uomo, ma dopo una lunga discussione se ne va col suo cucciolo pagato tre rubli. Il gelo aumenta e il desiderio di tornare a casa a bere un grog caldo anche, venderà il quarto cane? Un bimbo lo adocchia, non ha l’intera cifra, ma è disposto a dargli tutto ciò che ha per il cucciolo rimasto: novantuno copechi e un vasetto. L’affare è concluso, il vecchio può tornare a casa in treno e riabbracciare la sua amata Grācija, la sua anziana bassotta dal pelo setoso e lucente, madre di numerose cucciolate... Le tre ragazze non si sono sbagliate, il loro regalo lascia senza parole Aleksandrs, che rimasto solo fatica a gestire il malumore e mentre il cagnolino zampetta per casa creando disastri, lui pensa alla reazione negativa che di certo avrà suo padre. Che pasticcio! Inoltre deve passare la notte a studiare per l’esame della mattina, non può certo occuparsi di un cucciolo e dei suoi bisogni...

Regīna Shamreto nasce a Riga nel 1930 (Ezera è il suo pseudonimo letterario, dal termine lettone “lago”), figlia di un falegname, si trasferisce in Germania con la famiglia nel 1944, per poi tornare in Lettonia l’anno successivo e nel 1950 iscriversi alla facoltà di giornalismo, in seguito si sposa e collabora con diverse riviste. Durante la sua carriera letteraria pubblica romanzi, saggi, racconti, scrive articoli, recensioni e lavora anche come traduttrice. Il suo impegno e le sue qualità artistiche le permettono di ottenere numerose onorificenze in patria. L’uomo ha bisogno del cane viene pubblicato nel 1975, raccoglie testi scritti tra il 1973 e il 1974, che sono successivi al suo libro più noto, il romanzo d’amore Il pozzo del 1972, considerato un’opera fondamentale della letteratura baltica. I quattro bassotti che il vecchio allevatore vende in città rappresentano una variabile nella vita di coloro che se li ritrovano tra le braccia. Quattro destini differenti accomunati da un denominatore comune: il dolore. Un dolore generato dalla frustrazione di amori infelici, aspettative disattese, sogni che si sono esauriti nel corso del tempo. I testi della Ezera sono caratterizzati dall’umanità dei suoi personaggi, dalla sensibilità con cui mette in luce la loro fragilità, la lotta contro i problemi quotidiani. L’analisi psicologica con cui li presenta al lettore si accompagna a uno stile di scrittura elegante. La postfazione al testo di Margerita Carbonaro, traduttrice e curatrice del volume, analizza in modo interessante il contesto storico del periodo e chiarisce aspetti della genesi dell’opera.