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Ma che follia! Siate positivi

Ma che follia! Siate positivi

Gioto vive nel quartiere Mortorio in un monolocale ed è affetto da sindrome schizoaffettiva. Schizzato come pochi, è un disabile certificato pertanto, mettendo subito le mani avanti, dice - rivolgendosi direttamente al lettore - che ciò che quest’ultimo troverà scritto nel libro potrebbe non essere del tutto vero. Dimesso dall’ospedale psichiatrico agli inizi di marzo 2020, viene catapultato in un mondo stravolto dalla pandemia di COVID-19. A causa del lockdown si ritrova confinato nel suo monolocale ereditato dopo la morte dei genitori, esce soltanto per acquisti di prima necessità. Un mattino si sveglia di soprassalto e si ritrova sospeso a mezz’aria nel mezzo fra lucidità e follia. Compaiono l’angelo crocifisso e il demone custode: il primo con la solita veste bianca, una corona d’alloro ormai secca in testa e le mani fasciate, il secondo con in mano una gabbietta metallica con dentro ciò che resta del suo senno, sotto forma di una vecchia sveglia con un quadrante tondo e le lancette ferme. I due gli ricordano che non sono in grado di fargli del male ma che sono lì per rammentargli l’importanza del qui e ora. Gioto non ci sta, e chiede notizie del quando, del dove e del perché. La vecchia Gracchiante, una radio, quel giorno si mette a trasmettere notizie dal Cielo, notizie palesemente false in modo da non portare l’ascoltatore a confondersi su ciò che accade “al pianterreno”. Le notizie veramente false stanno descrivendo lo Stivale come il migliore dei paesi occidentali, un Belpaese nel quale le cose non potrebbero andare meglio. Ma poi la Gracchiante cambia subito frequenza e si sintonizza sulla vecchia stazione, dove i binari morti risorgono per assecondare le visioni dei vicoli ciechi...

Un romanzo sull’impossibilità di definire cosa sia la realtà e la cosiddetta normalità, di tracciare una linea divisoria fra i due aspetti. Nel mondo del protagonista la realtà si confonde con il sogno, spesso con l’allucinazione, creando immagini anche inquietanti che accompagnano nel mondo disturbato di chi soffre di una sindrome schizoaffettiva. Un mondo carico di dolore nel quale si incontrano personaggi strani come il demone custode, Cassandra, Buffalo Bir, l’angelo crocifisso e il Signor Tosi. Tutte figure che dialogando con il protagonista servono a dare una componente quasi esistenziale al romanzo, con tutte le domande che pone indirettamente al lettore stesso. L’autore - che lavora come educatore e si occupa di pazienti psichiatrici - descrive con chiarezza un mondo a lui conosciuto, provando a far sorridere con le parole anche folli del protagonista e dei suoi personaggi sopra le righe, in una storia surreale e confusa come lo può diventare la vita dei malati.