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Machsom

Machsom

Larry Horwitz, per noi Larry H, è un esperto di mercati finanziari, ma la sua mente e il suo spirito non sono davvero concentrati su tale attività, che per lui è solo uno strumento; la sua ossessione sono arte, storia, antichi monumenti, tradizioni arcaiche. Un amore che gli è stato trasmesso dalla madre, che della ricerca di oggetti e tracce di tale tipo aveva fatto il proprio lavoro ed è sventuratamente deceduta in una spedizione sotterranea. Larry ha deciso di aver guadagnato a sufficienza per permettersi un lungo distacco dalla propria attività; in tal modo potrà intraprendere una spedizione in Israele che, per il magnate saudita che lo ha incaricato della ricerca, ha buone possibilità di riuscire a trovare il mitico tesoro di Re Salomone, di cui Larry sospetta di conoscere – pur approssimativamente – la segretissima ubicazione. Per Larry H questa opportunità invece significa soprattutto sistemare i conti col passato e “vendicare” le ragioni di vita di sua madre, come del resto, sia pure meno in grande stile, Larry ha sempre fatto per molti anni, accaparrandosi tutta una serie di tesori di inestimabile valore storico e patrimoniale mai denunciati alle autorità, tutti esposti in una sala segreta del suo appartamento. Lo accompagna Shawn, un ex marine dal carattere e dal fisico tosti, che si rivelerà un fondamentale alleato per affrontare i pericoli che i due incontreranno in Israele, tra commandos di palestinesi, nuclei di antisemiti combattenti ed altre insidie di provenienza del tutto imprevista… Nel dipanarsi degli eventi, dopo aver affrontato più volte pericoli letali, Larry si troverà ad innamorarsi di un “potenziale nemico”, la bella, violenta ed enigmatica soldatessa israeliana Sarah...

Più che la storia in sé, un “adventure” classico in stile Indiana Jones (ma ben più preciso nei riferimenti storici, etnici e religiosi, pur se piuttosto convenzionale e soprattutto scontato nel finale) a farsi apprezzare in questo Machsom – volume di grande formato per un romanzo di congrua lunghezza – sono la struttura, in grado di districarsi con dinamismo e senza mai perdersi nel disordine tra minaccia araba, ribellione palestinese e pretesa superiorità israeliana, e lo stile, asciutto ma mai banale e che riesce ad alleggerire anche parti della 2 narrazione che avrebbero potuto risultare gravose per il lettore. Senz’altro valido, a suo modo, anche il messaggio generale, globalmente espresso dai pensieri e dall’atteggiamento di Larry riguardo l’Intifada: si può anche pensare che una delle due parti abbia più ragione dell’altra, ma ciò che conta è fermare le stragi e trovare un assetto che permetta a entrambe le fazioni di vivere in pace dopo secoli di conflitti. Forse ancor più determinante, però, è l’insegnamento trasmesso nella parte finale del libro: in fondo a Larry, più che della ricchezza che si può trarre dagli oggetti del passato, interessa lo studio del loro significato profondo, l’aiuto che essi possono dare a conoscere misteri non svelati della storia antica dell’uomo, e in ultima analisi di noi stessi.