
Vinicio e Vincenzo sono fratelli gemelli e, colmo dei colmi, il loro cognome è pure Gemelli, con la G maiuscola. Due volte gemelli, insomma. Due pomeriggi alla settimana, per quattro o cinque settimane al mese, partecipano alle lezioni di atletica, sport da loro liberamente scelto, ma che si sta rivelando insopportabile. Infatti la voce di Fiammetta che, mentre li allena, parla in continuazione e li tratta come bambini piccoli, chiamandoli continuamente “cucciolotti” per loro è ormai diventata estremamente molesta. Anche se Vinicio ipotizza che l’allenatrice li apostrofi in questo modo perché non riesce mai a distinguerli l’uno dall’altro. I due gemelli, infatti, appaiono identici in tutto, tanto che la maestra a volte interroga l’uno per l’altro, le ragazzine, per sbaglio, mandano i bigliettini indirizzati a uno di loro al fratello, la mamma non si accorge che spesso uno dei gemelli fa il turno di pulizie anche per il fratello. Ma essere identici spesso può non dare vantaggi, anzi può rivelarsi una seccatura, pensa Vinicio. Spesso le persone non ci chiamano per nome e rimangono nel vago, per timore di sbagliare, riflette il ragazzino: “Così è come non fossimo importanti”. Anche il maestro Marco continua a confondere i loro nomi e alla giornata dell’orienteering gli insegnanti prendono appunti per poterli distinguere in base al colore dei loro cappellini. Dura è la vita dei gemelli...
È più facile o più difficile, rispetto a quella degli altri, la vita di due bambini che sono gemelli identici? Questa è la domanda sottesa a Mai più uguali. All’inizio della storia la risposta pare essere “di certo più difficile”, se non altro perché, quando nessuno ha la certezza di saper rivolgersi a te con il nome giusto e rimane nel vago, tu conti meno, sembri intercambiabile, meno importante, pensa Vinicio. Ma poi il prosieguo del racconto, i piccoli fatti della vita quotidiana – una tartaruga che scappa, un nuovo amico, una festa di compleanno – rivelano che anche i gemelli identici, quelli confondibili all’estremo, possiedono ciascuno un’identità e una personalità ben definita e unica. Questo non solo quando, per distinguersi, decidono di pettinarsi in modo diverso, ma in ogni momento della vita. L’approfondimento delle relazioni con gli altri, infatti, è fondamentale anche per conoscere se stessi e per farsi riconoscere. Elisa Mazzoli, è scrittrice, narratrice, consulente editoriale e formatrice di insegnanti per quanto riguarda la letteratura per l’infanzia. Ha al suo attivo un centinaio di albi e libri per bambini. Le illustrazioni sono di Francesca Galmozzi.