
Quando Simona sposa Dan, decidendo definitivamente di trasferirsi negli Stati Uniti, non immagina che il mese dopo il presidente Donald Trump possa diventare il quarantacinquesimo presidente degli Stati Uniti d’America. La sicurezza, data ormai per scontata da tutti gli analisti politici, che il successore di Obama sarebbe stata Hillary Clinton, era stata una delle poche consolazioni al trasferimento definitivo a New York. Infatti, un Paese guidato dalla prima presidente donna della storia era per Simona l’occasione per fare finalmente pace con l’America. Un’America che negli anni precedenti l’aveva delusa su tanti aspetti: dalle regole del dating al cibo, tutto le aveva mostrato una cultura che si muove tra due estremi opposti. La terra dell’abbondanza e della troppa scelta, come nel caso dei negozi e delle attività commerciali; una società fondata sui soldi, come aveva riscontrato nella sua esperienza con il sistema sanitario, ancora oggi terreno più fertile di scontro tra repubblicani e democratici, che rimane il cavallo di battaglia preferito da Simona nelle discussioni accese con Dan. Eppure, proprio grazie ai litigi con Dan, Simona capisce che nell’America c’è anche tanto altro: patria della sacralità della libertà e del mito dell’uomo che si fa da solo, è un Paese che crede al cambiamento e al miglioramento grazie al potere della volontà e che ha la capacità di generare rivoluzioni culturali…
Con la pubblicazione di Mai Stati così Uniti la giornalista Simona Siri torna ad informare, secondo uno stile ironico e frizzante, sul tema dell’America e della cultura americana, caro a tutti coloro che, a causa delle aspettative generate da film e serie tv, hanno sempre sognato di trasferirsi negli USA, sperando in una vita nuova e diversa. L’autrice, da italiana trasferita all’estero e moglie di uno statunitense, riporta tutti con i piedi a terra e racconta la nazione in tutta la sua totalità, smascherando le illusioni del “mito americano” e ponendo, da un lato, l’attenzione sugli spigoli di questa società e, dall’altro, valorizzandone le sfaccettature e le visioni profetiche. La lettura è scorrevole, anche laddove sono presenti dati statistici o evidenze di indagini scientifiche – come nel capitolo sull’uso degli psicofarmaci – che comunque rimangono impressi nella mente grazie al registro informale e ironico utilizzato dall’autrice. A questo scopo, ottima e ben riuscita risulta la scelta di scrivere il libro ‘a quattro mani’ insieme al marito, poiché fornisce al lettore la possibilità di una panoramica obiettiva delle tematiche trattate, fondata sul confronto tra il punto di vista della Siri e quella del marito, cittadino americano. Dan e Simona non sono solo gli autori del libro, ma sono protagonisti alla pari. Le opinioni e le argomentazioni di ciascuno non sono messe all’ombra da quelle dell’altro e sono esposte senza filtri tanto che alla fine sembra di aver assistito in prima persona a quelle discussioni: aver partecipato allo sgomento di lei di fronte al debito scolastico, alla pazienza di lui di fronte all’insistenza di trasferirsi sulla costa di Los Angeles e di essere andati in terapia per capire che solo il canale dell’informazione e della comunicazione può consentire di apprezzare due culture così diverse nella loro complessità.