
Napoli. La bella Immacolata (Imma) ha 14 anni, i riccioli castani, una pelle di porcellana e una famiglia di sfigati. I genitori Peppino e Cira portano a casa scarne mesate con lavoretti precari (tipo barbiere e sarta), il fratello maggiore Gennaro è troppo buono e secchione, a scuola lo sbeffeggiano e menano. Vivono ai piani bassi dei palazzoni in un quartiere periferico di edilizia popolare, la 167. Lei vorrebbe salire più in alto. La vede e se ne invaghisce il bruno bel fratello grande di Pasquale, quello che a scuola la puntava e faceva il bullo con Gennaro. Sono i figli di don Catello Fabbro, il Milord, ricco e potente boss della zona. L’universitario Pepè sta per laurearsi e ha intenzioni serie con Pupa. Se la porta via in BMW decappottabile argento, la copre di regali, organizza una fujtina all’hotel Augusto. Le amiche Carmela e Rosalba la aiutano, invidiandola un poco, con affetto e complicità. La mamma all’inizio prova a opporsi: riempie Imma di botte, la chiude in casa. Niente da fare, presto i genitori sono conquistati dalla insperata crescita sociale, solo Gennaro resiste, anche come deejay di Radio Zero in parrocchia. Finché la polizia non fa una retata…