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Malgrado il vento

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Tredici abitanti dello stesso quartiere passano l’uno accanto all’altro, si incrociano più di quanto si incontrino, rispecchiano una realtà e un modo di essere diversi per ciascuno di loro, o forse uguali nel trascorrere dei giorni. Il minimarket di Adelmo è un punto di incontro dove alcuni, sempre gli stessi, indugiano, scambiano sguardi e parole; almeno fino a quando arrivano i cinesi e Adelmo, grazie alla cospicua cifra che gli corrispondono, va in pensione. I cinesi sono gentili, ma più nessuno, ora, si trattiene accanto alla cassa. Aldo, l’avvocato vedovo, scopre nel suo cocker spaniel biondo i tratti della moglie, come se lei fosse lì, accanto a lui, a spasso per la via. Fernanda, che vive con sua madre, offre polpette di baccalà alla portoghese a chi entra nella sua coloratissima casa allegra e stravagante: ma quale segreto celano le due donne? Attilio arrotonda la sua magra pensione offrendo visioni di bellezza, altrimenti non percepite, nel quartiere. Veronica, signora raffinata ed elegante, si dedica ad una colonia di gatti nel vano tentativo di convincere il suo gatto, Arturo, ad abbandonare la vita randagia e a tornare a casa con lei. Berto, l’ingegnere, non può fare a meno dell’abitudine di leggere il giornale seduto su di una panca, posta a metà di un ponte, come sospeso tra l’una e l’altra riva del canale. Giulio rincorre “l’istante perfetto”…

Potremmo definire bozzetti più che racconti i tredici testi che compongono il libro. In letteratura, infatti, si definisce bozzetto il racconto breve, che descrive in modo realistico, vivace e veloce situazioni, luoghi, personaggi del quotidiano, così come farebbe uno schizzo immediato, un’istantanea improvvisa, in ambito artistico. I protagonisti dei racconti non hanno nulla di straordinario da raccontare, o forse sì, se quel nulla è tutta la loro vita. E allora narrare questa vita di tutti i giorni, narrare se stessi diventa eccezionale, importante. Lo scopriamo nel racconto finale, En plein air, quando leggiamo: “...appariva loro chiaro che nel profondo si erano sempre sentiti protagonisti di eventi particolari e unici. Ascoltare o vedere celebrate in un libro le storie degli altri, alla lunga aveva ingenerato un senso di frustrazione. E per lungo tempo avevano covato la consapevolezza d’essere personaggi cui fosse stato scippato l’onore di una narrazione”. Proprio in quest’ultimo racconto Tomas dalle lenti fumé, che vende “ritratti a parole dietro un modesto compenso”, ha un ruolo non secondario di ascoltatore (e scrittore) in una prospettiva di riscatto nella quale volti e ricordi si perpetuano, si avvinghiano alle parole e alla memoria.