
Le mani hanno consentito all’artista Anatolij Koněnko di creare delle microminiature (come per esempio un treno su un capello, due automobili sulla zampa di una zanzara, una bicicletta d’oro su un ago), opere d’arte esposte nel Museo delle miniature di Praga e visibili solo mediante l’uso di apposite lenti o di microscopi. Le mani sono state fondamentali anche per la stesura, nel Medioevo, dei manoscritti miniati, libri scritti a mano su fogli di pergamena in cui venivano inserite anche le “miniature, […] la pittura che illustrava […] il libro scritto a mano”. L’invenzione della stampa a caratteri mobili ha segnato il passaggio dai manoscritti miniati ai libri stampati, ma è grazie alle mani che muovono i caratteri che questo è potuto avvenire. Ma prima ancora, con le mani gli uomini hanno iniziato a coltivare la terra e a produrre oggetti di necessità quotidiana. “L’opera delle mani è ricca. […] La mano è azione: prende, crea e talvolta si direbbe che pensi. […] Attraverso le mani l’uomo entra in contatto con il pensiero; esse lo smuovono […] dandogli una forma”. Le mani prendono, porgono, ricevono, si congiungono, mostrano, donano. Le mani toccano. Il “tocco della mano” era il segno con cui, presso i Romani, si affrancavano gli schiavi; in epoca feudale il contatto tra le mani segnava il giuramento di fedeltà del vassallo al signore; l’imposizione delle mani, nella Bibbia, simboleggia benedizione e autorità; al tocco della mano dei “re traumaturgi” veniva attribuito il potere di guarigione…
Agile e fascinoso per stile e contenuto, questo insolito e attraente libriccino è una sorpresa di parole che suscitano meraviglia. A cominciare da quelle dell’autore Lucio Saviani, filosofo e scrittore, che racconta suggestivamente e con una forza espositiva chiara e precisa la mano quale “indeciso luogo di confine tra interno ed esterno, fedele appartenenza a un corpo, libero rapporto con il mondo e audace costruzione di universi, […] tramite pensile tra umano e divino, sospeso tra carne e spirito, corpo e mente”; per continuare con le parole dei filosofi (del passato e moderni) le cui opere (scelte ed espresse in alcuni appropriatissimi brani) fanno da prestigioso cappello ai capitoli che compongono questo pregiato libretto; per finire (nel senso che finiscono e cioè concludono perché sono poste alla fine) con le parole di Pasquale Panella, versi composti con cura e attenzione, floridi e accattivanti, perfetti nel riassumere l’essenza dell’operetta tutta. E poi l’incanto delle immagini che accompagnano i capitoli a uno a uno, vestendoli di solennità ed eleganza. Mani – La più antica delle invenzioni è un libretto sostanzioso e graziosissimo. Leggetelo.