
Medea, da sempre rappresentata come vendicatrice e infanticida, è in realtà una donna forte, simbolo del tumulto del cuore, che non si lascia andare alla violenza e alla brama di potere. Dopo essersi innamorata di Giasone, tutto sembra cambiare nella sua vita. Arriva a tradire il padre Eete, affinché l'amato argonauta conquisti il vello d'oro, abbandona la Colchide e tutti gli affetti, e segue Giasone fino a Corinto. Qui è vista come una barbara, con i suoi modi di fare troppo istintivi e arcaici. Giasone, una volta raggiunta Corinto, si innamora di Glauce, figlia del re Creonte, e abbandona Medea insieme ai due figli: continua a essere attratto dalla splendida barbara di Colchide, ma il desiderio di diventare successore al trono offusca la sua mente... Agameda, un tempo allieva di Medea, nutre ormai un profondo odio verso di lei, tanto da tramarne la completa distruzione... Acamante, primo astronomo del re Creonte, è l'unico tra i corinzi ad aiutare Medea a inserirsi in quella società greca così ambiziosa e intollerante... Glauce, figlia del re Creonte e corteggiata da Giasone, grazie all'aiuto di Medea riporta in superficie il ricordo del brutale rapimento della sorella per volontà del padre. E forse sarà poprio questo avvenimento a portare la fragile principessa al suicidio... Inizia così la persecuzione di Medea, che dovrà sopravvivere alla lapidazione dei due figlioletti da parte della folla e pagare per le atrocità commesse nel nome del potere e dell'invidia…
Sono sei le voci che si alternano nel racconto della storia - o tragedia - di Medea: monologhi che tratteggiano la figura di questa donna così generosa e "depositaria di un remoto sapere del corpo e della terra". Una donna alla ricerca della verità. Una donna capace di superare le rivalità e il continuo sentirsi straniera in una terra così corrotta e lontana da costumi semplici e arcaici. Christa Wolf ha fatto rivivere Medea sotto una nuova luce, affrontando numerosi temi che vanno dalla continua ricerca del sapere fino alla multiculturalità e all'accettazione dello straniero. Medea diventa un capro espiatorio per dare risposta alle sciagure che hanno colpito Corinto, tanto da marchiarla per sempre come portatrice di sventura e assassina. Attraverso le diverse voci e le relazioni umane narrate, veniamo a conoscenza di intrighi e rivalità che non erano presenti nel mito di Euripide: solo con la precisa e magnifica rilettura della Wolf possiamo essere in grado di comprendere la vera natura di Medea, donna di grande fascino, coraggiosa e legata ai valori, vittima di una società così malvagia che non avrebbe mai potuto rappresentarla.
Sono sei le voci che si alternano nel racconto della storia - o tragedia - di Medea: monologhi che tratteggiano la figura di questa donna così generosa e "depositaria di un remoto sapere del corpo e della terra". Una donna alla ricerca della verità. Una donna capace di superare le rivalità e il continuo sentirsi straniera in una terra così corrotta e lontana da costumi semplici e arcaici. Christa Wolf ha fatto rivivere Medea sotto una nuova luce, affrontando numerosi temi che vanno dalla continua ricerca del sapere fino alla multiculturalità e all'accettazione dello straniero. Medea diventa un capro espiatorio per dare risposta alle sciagure che hanno colpito Corinto, tanto da marchiarla per sempre come portatrice di sventura e assassina. Attraverso le diverse voci e le relazioni umane narrate, veniamo a conoscenza di intrighi e rivalità che non erano presenti nel mito di Euripide: solo con la precisa e magnifica rilettura della Wolf possiamo essere in grado di comprendere la vera natura di Medea, donna di grande fascino, coraggiosa e legata ai valori, vittima di una società così malvagia che non avrebbe mai potuto rappresentarla.