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Mezzamela

mezzamela

Marco la saluta come fa ogni giorno e la invita ad andare al laghetto. Ma oggi Viola si sente strana. Avverte una specie di scossa. Si volta verso l’amico e i loro occhi si incrociano. Viola ci mette un po’ a rispondere, tanto che Marco le pone di nuovo la stessa domanda. Marco indossa una bella tuta rossa, è appena uscito dalla palestra di basket e si vede che ha fatto la doccia, perché ha i capelli ancora umidi raccolti in un piccolo codino. Viola, invece, reduce dal campetto di calcio, ha i capelli scompigliati ed è tutta sudata. Inoltre, è caduta e si è sbucciata un ginocchio, che sanguina appena. Marco l’ha vista mille volte così, tutta arruffata e sporca, ma oggi Viola si sente a disagio per la prima volta in vita sua. È in questo modo che si capisce che ti piace qualcuno? Viola si guarda la punta delle scarpe, prima di rifilare una scusa a Marco e scappare via. Non lo sa perché stia fuggendo. Forse è perché sapere che qualcuno ti piace ti riempie di spavento, perché l’amore in fondo fa un po’ paura. Incontrare per la prima volta lo sguardo di chi sa far accelerare il battito del tuo cuore è come atterrare su un pianeta sconosciuto. Destabilizza e lascia un po’ sgomenti. A Marco Viola piace da oltre un anno. Non glielo ha mai detto e ha avuto molta paura che lei lo scoprisse. Fino a ora. Adesso lui intende dirglielo e confessarle che prova per lei qualcosa che va oltre l’amicizia che li lega da tempo, da quel giorno in cui si sono incontrati nel parco. Forse, però, Viola ha intuito qualcosa. Altrimenti non si spiega la sua fuga quando Marco l’ha invitata a raggiungerlo al laghetto, loro luogo d’incontro da sempre. D’altra parte, Viola è una ragazza davvero intelligente e questo è uno dei motivi per cui le piace così tanto. Certo è che, per entrambi, avere dodici anni è dura: la sensazione è quella di indossare un cappotto pesantissimo, che impedisce i movimenti. Quanto sarebbe più bello poter indossare sempre le magliette a maniche corte, come quando si fa sport?

Fumettista prima e autore piuttosto fecondo poi, Matteo Bussola torna a raccontare Matteo e Viola, già protagonisti del precedente romanzo Viola e il blu. I due amici sono cresciuti, frequentano la seconda media e il loro rapporto sta cambiando. Sono ancora profondamente amici, ma cominciano ad avvertire quel ronzio nello stomaco che parla di un sentimento nuovo, tutto da scoprire, che incuriosisce e spaventa allo stesso tempo ed è unico e universale insieme. Bussola regala ai giovani lettori una specie di diario adolescenziale, in cui i due protagonisti si raccontano e mostrano il loro approccio verso quel sentimento così complesso e così profondo che è l’amore; si tratta di una scoperta che porta a consapevolezze e turbamenti, fa scaturire nuovi pudori e sensazioni di inadeguatezza, mette in discussione ogni certezza e rappresenta il primo passo verso il mondo degli adulti. E anche di adulti si parla nel romanzo, del delicato ruolo che essi devono rivestire in questa fase di cambiamento dei figli, del supporto che possono dare nell’aiutarli a superare pregiudizi e stereotipi che finirebbero per sporcare una fase tanto significativa del percorso di crescita. Bussola si avvicina in punta di piedi a Viola e a Marco, racconta con garbo e senza esprimere giudizi le loro perplessità, i loro dubbi e le loro paure; analizza la complessità di un sentimento universale, ma vissuto da ciascuno in maniera unica e irripetibile; mostra il piacere di amarsi alla pari e tenta di ribaltare i preconcetti legati ai ruoli di genere e al rapporto genitori-figli. In quanto padre di tre figlie femmine, l’autore ha avvertito l’esigenza di analizzare il rapporto tra ragazzi e ragazze nella quotidianità. In una recente intervista ha dichiarato: “Spesso è ancora presente un’idea di mascolinità tossica e i ruoli dei personaggi sembrano tagliati con l’accetta, con protagoniste femminili graziose, fragili e sensibili e protagonisti maschili coriacei, incompresi, introversi. Quando osservo le mie tre figlie, che hanno età diverse, e vedo cosa accade nelle loro scuole, il rapporto che hanno con il maschile e che il maschile ha con loro, questa percezione viene confermata. Certe dinamiche purtroppo sono ancora presenti e gli stereotipi sentimentali ne sono parte. Ma sono gabbie in cui in realtà stiamo tutti scomodi, perché per definizione lo stereotipo preclude l’accesso al rapporto con l’altro, alle emozioni, ai sentimenti, a una comunicazione autentica, e quindi sarebbe nel reciproco interesse rendersi più permeabili”. La storia di Viola e Marco diventa allora un ponte attraverso cui arrivare, attraverso le medesime fragilità e le comuni paure, a una maturità piena e responsabile.