
Matteo è un “contadino digitale”, è conosciuto sul web come Matt the Farmer. Fin da bambino è sempre stato affascinato dall’orto e dai campi fioriti grazie soprattutto al nonno, il quale andava a raccogliere i fiori di camomilla nella proprietà di un suo amico e li utilizzava per il suo rituale serale: un pentolino di acqua bollente in cui metteva in infusione quei fiori che aveva raccolto e fatto seccare sul balcone. Nonostante i risultati non eccellenti al liceo Matteo diventa insegnante, ma è un lavoro che fa solo per sopravvivere, non gli dà alcuno stimolo né soddisfazione. Questi sentimenti lo portano ad essere negativo nei confronti del mondo e acuiscono in lui la consapevolezza in merito ai benefici o gli effetti che il cibo ha sulla salute, sulla psicologia e sull’umore. Acquistare in grandi discount prodotti di scarsa qualità non può infatti che peggiorare l’umore, non si trovano i sapori ricchi e completi o i profumi intensi da cui si viene inebriati quando si assaggia un prodotto biologico e naturale, cresciuto all’aperto con cure costanti e attente. La svolta nella sua vita avviene nel 2015, quando Matteo e la moglie hanno la loro prima bambina. Matteo capisce che non è il modo né il mondo in cui vuole far crescere sua figlia. Acquista quindi il primo podere, che inizierà a coltivare con dedizione, amore e rispetto. Anche se ogni inizio è impegnativo e rischioso, la terra, se curata, dà frutti meravigliosi...
Matt the Farmer è il primo contadino digitale, definizione che sembra un ossimoro. Come può un contadino, la figura per antonomasia più a contatto con la natura e la terra, essere “digitale”? In un periodo di incertezza e insoddisfazione, Matteo inizia a maturare l’idea di coltivare il suo podere, uno spiazzo di terra di cui si è innamorato a prima vista, un terreno incolto e pieno di rovi che, ne è convinto, potrà dare i suoi frutti e rendere orgoglioso chi lo coltiva. Ma la terra può essere ostica, impegnativa e inaspettata, può generare subito prodotti buoni e abbondanti come può distruggere le coltivazioni a causa dell’aridità del terreno o per la sua potenza dirompente, che, se non domata, spazza via quanto piantato dall’uomo. Oltre all’amore per la terra, per l’aria aperta e per la natura, un ulteriore stimolo che spinge Matteo a diventare Matt the Farmer è la qualità dei prodotti agricoli che si trovano nei supermercati in questi anni: pomodori insapori, frutta e verdura anemica, senza alcun odore o profumo che contraddistingua i vari frutti. Una volta preso il ritmo, imparato dai propri errori e ingrandito l’attività, Matt the Farmer apre anche un canale YouTube che oggi conta 328.000 iscritti, molti dei quali si sono aggiunti al canale durante la pandemia di COVID-19, forse proprio per un’attenzione maggiore alla natura e alla salute. All’inizio di ogni capitolo Matt dà alcuni consigli su come coltivare gli ortaggi più comuni, indicazioni che possono essere seguiti anche da chi vuole ritagliarsi una piccola area verde in città. Matt the Farmer vuole riscoprire i sapori autentici, genuini e ricchi di aromi che conosce dalla sua infanzia. Un obiettivo che migliora la salute, il pianeta e la felicità.