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Mio assoluto amore

Mio assoluto amore

Turtle ha quattordici anni e in realtà si chiama Julia, ma da quando sua madre è morta quel nome le suona estraneo; vive assieme a Martin, suo padre, in una decadente casa sulla collina che guarda l’oceano, ai margini del bosco, in povertà e in un isolamento quasi completo. Martin legge saggi filosofici, custodisce un arsenale e nello scantinato ha scorte di cibo, munizioni e medicine: è convinto che il mondo stia finendo e che l’Umanità sia troppo stupida per impedirlo; per questo ha cresciuto ed addestrato la figlia, mettendole una pistola in mano quando aveva sei anni, alternando nella quotidianità parole piene di tenerezza a riti, sfide con cui la mette alla prova, e duri castighi, anche solo per un sospetto, per uno sguardo di troppo. Turtle cura ossessivamente le sue armi, fa il bagno nella fredda sorgente del torrente, per sentirsi pura, viva, e a scuola non ha amici: è distratta, silenziosa, e detesta Anna, la sua insegnante, l’unica a preoccuparsi non solo del suo scarso rendimento scolastico, ma anche di quel che teme accada tra padre e figlia. Per questo la ragazza è circospetta: non può, non vuole che per una parola di troppo la portino via da lui; lei accetta qualunque cosa faccia ‒ e la spinga a fare ‒ il suo papà, perché loro due insieme sono qualcosa che è completezza e dolore, ed è oltre ciò che gli altri possano comprendere; perché lui la ama di un amore infinito, che si esplicita nell’assoluta dedizione. Anche quando la punisce. Anche quando di notte va a cercarla nella sua stanza…

L’esordio letterario di Gabriel Tallent ‒ che Stephen King colloca senza indugi nella lista dei libri “indimenticabili”, assieme a capolavori come Comma 22 e Il buio oltre la siepe ‒ è una sorta di romanzo di formazione con elementi thriller e noir che viviseziona il percorso evolutivo di un’adolescente disturbata, la precaria linea di separazione ed il legame profondo tra vittima e carnefice, scivolando in perfetto equilibrio sul ghiaccio sottile delle dinamiche morbose tra padre e figlia. Turtle vive di chiaroscuri, di amore ed odio, e a ciò che esiste tra questi opposti non sa dare un nome; avverte una crescente consapevolezza che progressivamente la allontana, a tratti suo malgrado, dall’ombra soffocante del papà e dalla sua perversa volontà di possesso, e le permette di avvertire l’esistenza di un universo altro, in cui possono trovare spazio un vestito nuovo, il ballo della scuola, l’attrazione per un ragazzo. Il desiderio e la paura che la ragazza prova per Martin ‒ che lui a sua volta usa per soggiogarla ‒ accompagnano una lenta, dolorosa discesa all’inferno ed uno straziante tentativo di risalita, sorretto da volontà di sopravvivenza e disperata ricerca di una dignità in grado di restituirle l’immagine di sé come essere umano. ll testo, sorretto da una scrittura impeccabile e da una costante tensione narrativa, stemperata solo dal realismo descrittivo di una natura rigogliosa e selvaggia sempre sullo sfondo, non si presta ad una lettura rapida, piuttosto obbliga magneticamente il lettore ad immergersi in un oscuro e claustrofobico labirinto, colmo di fiori e piante meravigliose e dalle spine gonfie di veleno.