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Mirrorshades

Mirrorshades

George Jordan, ex pilota dell’aviazione nella guerra in Thailandia, subisce gli orribili effetti collaterali della cosiddetta TIOU, Tecnologia di Interfaccia Operativa Umana, una serie di connessioni elettroniche inserite nel cervello per comandare i velivoli col pensiero: la sua mente sempre più spesso sembra perdere il controllo del corpo, che passa a una entità tutta istinto bestiale che George chiama serprente. L’unica è rivolgersi all’azienda produttrice della TIOU, che ha la sede in una stazione orbitante governata da Aleph, una Intelligenza Artificiale... Gina è una sintopeccatrice del rock un po’ in là con gli anni ma ancora potente. Vuol dire che facendo sesso con i membri di una band cattura lo spirito e l’energia della musica che vorrebbero suonare, la sintetizza e la trasmette neuralmente al pubblico: è musica senza musica, rock senza strumenti prove e concerti ma solo con emozioni e immagini. Gina è in fuga dal suo sfruttatore Man-Of-War, ma riconosciuta in un bar di Boston viene rapita e stuprata dai Figlidinessuno, una band di pischelletti tatuati che la vogliono usare come passaporto per il successo... Fun City – metropoli di una Terra futura dilaniata da guerre atomiche e ripiombata nella barbarie - viene attaccata da una banda di bambini giganteschi che la radono al suolo, sterminando buona parte delle gang giovanili che ne presidiano il territorio. I Brothers decidono di unire tutte le gang superstiti e sfidare i mostruosi invasori... Tony Cage - unanimemente considerato il più grande artista della droga del mondo e per questo ricchissimo - non vuole perdere la sua figlia-amante-clone Wynne, che si è innamorata di Tod, un giovane e arrogante videomaker contrario alle droghe. Allora concepisce un piano per mettere Tod in cattiva luce durante il Festival libero di Stonehenge...

Fu all’inizio del 1986 che Gardner Dozois, curatore della rivista “Isaac Asimov’s Science Fiction Magazine”, ufficializzò il termine cyberpunk. Ma questa corrente letteraria era già presente e riconoscibile da alcuni anni, e da ancora prima sugli schermi cinematografici erano arrivati i temi-cardine del cyberpunk: lo spazio virtuale, l’ibridazione uomo-macchina, le droghe, la cultura rock. In questa antologia ricchissima e scintillante, anch’essa del 1986, Bruce Sterling raccolse alcuni dei più significativi e bei racconti dei primi anni del cyberpunk e al tempo stesso decretò uno dei primi e più significativi successi editoriali del genere. Il titolo fa riferimento a un curioso dietro le quinte: prima della scelta del nome “cyberpunk” il movimento era stato identificato come “mirrorshades” (occhiali a specchio), nome poi scartato ma comunque efficace nell’identificare questo gruppo di scrittori giovani che all’alba degli anni ’80 ha cambiato il modo di fare fantascienza. I racconti sono tutti di livello alto, gli autori tutti maestri - riconosciuti o misconosciuti, ma tra tutti va segnalato “400 Boys” di Marc Laidlaw, strepitoso omaggio post-apocalittico al film capolavoro di Walter Hill I guerrieri della notte.