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Mississippi border

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Quintillia è il posto dove la Contea va a morire nel ventre del Missisippi. Qui, sotto il porticato della vecchia casa adagiata tra il bosco di magnolie e il fiume, Geremia Saint John Pinkerton ama godersi il ristoro dei colori del tramonto e la brezza serale che solo quel posto sa regalare, dopo aver trascorso tutto il giorno a tribolare sotto l’aria umida che ti fa sudare fin dentro le chiappe. In verità in quella casa è entrato come ospite visto che il proprietario è Jack Lungurdson, un vecchio bianco americano dalla straordinaria somiglianza con Robert Redford che Geremia ha conosciuto qualche tempo addietro nella vecchia officina che gestisce insieme a suo padre e ai suoi fratelli dove l’uomo si era fermato per far dare un’occhiata al suo vecchio pickup. Jack è originario di Jackson ma dopo la morte della sua vecchia zia ha ereditato quella casa e ha deciso di trasferirsi li. Geremia - che in quel periodo viveva ancora con suo fratello, che però era appena diventato padre di due gemelli e soprattutto col suo taciturno vecchio, oramai rassegnato a tenerselo fra i piedi - dopo aver raccontato a Jack la storia dell’unica volta in vita sua che aveva lasciato quel posto e della storia della cugina Desie e delle sue straordinarie tette, aveva talmente suscitato la simpatia dell’uomo che quasi immediatamente gli aveva fatto la bizzarra proposta di andare ad abitare con lui, cosa che aveva inevitabilmente suscitato non poche perplessità tra gli abitanti della Contea, se non ilarità o persino scherno, come quando sul muro della loro casa una notte era comparsa la scritta: “CHI LO PRENDE NEL CULO? IL BIANCO O IL NEGRO?”…

Vittorio Bocchi, giovane scrittore ed editore, ha certamente il dono e la grazia di saper raccontare storie semplici e straordinarie al tempo stesso, esattamente come quelle che mette in bocca ai due suoi protagonisti: Geremia e l’irrequieto e cocciuto Jack, a caccia delle sue origini italiane. Il suo romanzo infatti sembra intriso di polvere che ti si appiccica addosso per l’aria umida, aroma di sigari e profumo di whisky, e si fa leggere come fossimo cullati da una sedia a dondolo anche noi sprofondati in una veranda con di fronte lo scenario mozzafiato di un tramonto nella Louisiana a due passi dal Mississippi. E la storia dei due vecchi amici e della loro gatta Minni ha lo stesso sapore, dolce e malinconica, come un alito di brezza sul volto al tramonto. Un’amicizia vera, in un’America con atmosfere evocative, in cui le parole, il racconto ma anche i silenzi sono i veri protagonisti di questa bella storia senza tempo.