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Mitocondrio mon amour

Mitocondrio mon amour

Marie Curie diceva che “non c’è nulla da temere, solo da capire”. E non c’è dubbio che Enzo Soresi abbia iniziato a voler capire molto prima di diventare un medico. Anche suo padre ha scelto la professione medica ricevendo addirittura la medaglia d’oro per la lotta alla tubercolosi, eppure non riesce ad impedire che il piccolo Enzo si ammali costantemente di tonsillite. L’eminente professore in otorinolaringoiatria amico di suo padre opta senza indugio per una bella asportazione delle tonsille, pratica in voga fino agli anni Ottanta. Oggi di certo la medicina ufficiale ha cambiato opinione in merito. A undici anni un altro illustre professore sentenzia invece che per farlo crescere di altezza è necessario irradiare il suo timo, per fortuna non ha ultimato i cicli di Roentgenterapia proposti e il suo sistema immunitario ancora immaturo è riuscito a salvarsi da un intervento che lo avrebbe irrimediabilmente compromesso. A quindici anni è la volta dell’appendicite e l’asportazione è inevitabile anche stavolta. A salvarlo dalla cucina calabrese ipercalorica di sua madre lo sport, il calcio in particolare e anche l’abitudine che ha poi portato avanti per tutta la vita di fare attenzione al cibo con cui si nutre…

Inizialmente il titolo scelto dall’editore sarebbe dovuto essere Vecchio sarà lei, ma per una serie di motivi è tornato quello originale, un omaggio del dottore al valore e al ruolo di quel piccolo organello che chiamiamo mitocondrio. Con il suo spiccato senso dell’umorismo il dottor e professor Enzo Soresi, oncologo, pneumologo e studioso di neuroscienze utilizza le “disavventure” mediche che lo hanno riguardato personalmente per porre in realtà l’attenzione sulle continue trasformazioni che la medicina per come la intendiamo ha attraversato, e continua ad attraversare, nel corso degli ultimi decenni. Affiancato da Pierangelo Garzia, giornalista scientifico, il professor Soresi affronta i temi più attuali e certamente dibattuti e controversi della biomedicina, riservando un ruolo fondamentale allo studio dell’epigenetica e non solo. Il tanto vituperato effetto placebo, il ruolo primario della flora batterica intestinale, il legame inscindibile tra corpo e mente sono solo alcune delle chiavi per imparare ad invecchiare nel modo migliore, servendosi proprio delle funzioni di quell’organo all’interno delle nostre cellule che secondo la teoria endosimbiotica non è che il frutto della relazione tra un batterio e una nostra cellula.